Campidoglio, Roberto Morassut scalda i motori.

“Fra Roberto Morassut e Ignazio Marino? Nessun dubbio, sulla scheda vorrei il primo nome. Anzi, l’avrei voluto anche due anni fa“: a parlare è un consigliere per il Partito Democratico di uno dei municipi della Capitale, intervenuto ieri all’Acquario Romano per la presentazione del libro dell’ex assessore all’Urbanistica delle giunte di Walter Veltroni, Roberto Morassut appunto. Il titolo: “Roma Capitale 2.0 – La nuova questione romana, un riformismo civico per la Capitale”.

ROBERTO MORASSUT TORNA SULLA SCENA – Una lunga narrazione che prova a ridefinire nel contesto e nello scenario attuale quello che fu “il modello Roma” delle giunte di centrosinistra, ripartendo dalla sussidiarietà e dal sostegno alle “reti civiche” che possono arrivare dove “l’amministrazione pubblica non riesce più“. Un’ampia trattazione su un nuovo modello per Roma Capitale che non può non far nascere spontanea la domanda, che infatti Daniela Preziosi, cronista politica per il Manifesto, non risparmia: “Roberto, questo da parte tua è un passo in avanti, una dichiarazione di disponibilità ad occupare un ruolo di primo piano nella scena romana?“. Morassut non si espone: “Non c’è alcun progetto politico personale dietro questo libro, se così fosse sarei stato più discreto”.

Una risposta diplomatica quella di Morassut, perché non è un mistero per nessuno che qualcosa si muova dentro il Partito Democratico Romano, trovatosi a dover sostenere un primo cittadino, Ignazio Marino, “diventato sindaco per caso”, come ricorda Sergio Rizzo fra gli oratori, “perché il sindaco di Roma era Nicola Zingaretti”. Applausi dalla platea.

 

«L’INIZIO DI UN PERCORSO» – Nessun passo politico esplicito da parte di Morassut, dunque, ma un “bussare”, una “dichiarazione di disponibilità”, un far vedere che “lui c’è, che ci sarà”, dicono i beninformati a microfoni spenti. Fra quadri intermedi e truppe di trincea del Pd romano, nella grande sala dell’Acquario c’è chi ci conferma: “Auspico che questo sia l’inizio di un percorso con Roberto, io di sicuro lo sosterrei“.  D’altronde, ci dice qualcuno molto vicino all’ex assessore, “lui era il numero 2 della gestione di Veltroni. E’ naturale che ogni volta che Morassut parla qualcuno possa interpretare le sue uscite come una dichiarazione di disponibilità”. La linea è sempre quella: “Per noi Ignazio Marino deve durare altri tre anni”, continuano i fedelissimi a Morassut: “Ma se così non dovesse essere, diciamo che da cosa nasce cosa“. Quale sarà il ruolo dell’ex assessore, battitore libero nella giungla delle correnti del Pd romano, autodefinitosi “eretico”, solo il tempo potrà dirlo.

Inoltre, il libro presentato ieri non è certo avaro di critiche nei confronti del sindaco Marino, da sempre, comunque, nell’occhio del ciclone di una parte del Pd romano. E, in filigrana, non si può non cogliere come una parte dell’imprenditoria romana, ieri in sala c’era un esponente della famiglia Caltagirone (il cugino dell’editore del Messaggero, il cui direttore era sul palco con lo stesso Morassut), guardi con simpatia all’eventuale discesa in campo di Morassut.

«IL PD DI ROMA MI DÀ DOLORE» – In effetti le parole più dure dell’intera serata Morassut le riserva proprio al Partito Democratico: “Il Partito Democratico di Roma mi dà dolore“, dice il parlamentare romano; “un partito tribale, senza politica, in cui gli iscritti sono pacchetti di tessere manovrati da capotribù che li spostano di volta in volta sugli esponenti e sui nomi più convenienti nella lotta politica“, scrive nel libro, e continua: “Bisogna rivedere le forme di adesione al Partito Democratico, non si possono più vedere cittadini iscritti in maniera telecomandata per dare forza a quella o a questa corrente. Rivediamo lo statuto, l’unica strada che funziona è quella di una quota di adesione parametrata sul reddito e non uguale per tutti gli iscritti”. E  la serata si conclude con il maestro delle scuole elementari di Morassut che si alza per incoraggiarlo: “Fatti avanti, noi ci saremo”. Tanto per dire che aria tira.

Foto: Facebook / Roberto Morassut

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