Roberta Lombardi: «A Roma c’è il M5S e c’è la Raggi. Speriamo le due vie s’incontrino»

26/09/2016 di Redazione

«A Roma c’è il Movimento 5 Stelle e c’è il sindaco. Speriamo che le due strade arrivino a incrociarsi». La deputata pentastellata Roberta Lombardi, ex componente del minidirettorio pentastellato romano, evita nuove polemiche sull’amministrazione nella Capitale, dopo aver definito l’ex vice capo di gabinetto di Virginia Raggi, Raffaele Marra, «il virus che ha infettato il Movimento». Ma non evita di marcare le differenze con il primo cittadino.

 

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LEADERSHIP M5S, ROBERTA LOMBARDI: «L’UNICO CAPO È BEPPE GRILLO»

In un’intervista rilasciata ad Annalisa Cuzzocrea per Repubblica l’ex capogruppo M5S alla Camera spiega che M5S e Raggi sono «su binari paralleli». E aggiunge: «Speriamo che si incontrino». Ma la Lombardi parla anche della leadership 5 Stelle, spiegando che Beppe Grillo è l’unico capo del Movimento, che solo lui ha l’autorevolezza necessaria:

Beppe Grillo ha cancellato il passo di lato. Cosa ne pensa?

 

«Penso che per essere leader occorra autorevolezza, serve che tutti ti possano riconoscere come tale, e nei cinque stelle questa autorevolezza può averla solo Beppe».

 

Roberto Fico ha avvertito ieri: attenzione alla “vippagine”. C’è questo rischio?

 

«Io e Roberto la vediamo spesso allo stesso modo e sa perché? Perché siamo della vecchia guardia. Con lui, Paola Taverna, Carla Ruocco, con chi è arrivato prima del 2012. È stato quello lo spartiacque: l’anno della vittoria del Movimento a Parma. Noi diamo molta importanza al collettivo».

 

Chi è arrivato dopo è diverso?

 

«Noto che a volte c’è più spinta a livello comunicativo e meno attenzione alla sostanza. Il problema è quando tu cerchi di inseguire Matteo Renzi sul suo stesso terreno. E per la fretta ti lanci in affermazioni che non hai condiviso: butti il cuore oltre l’ostacolo, ma ti spingi dove il Movimento non è andato».

 

Ad esempio quando in televisione Di Battista ha ipotizzato il governo di scopo?

 

«Ad esempio».

 

Eppure lui e Di Maio sembrano uscire premiati da questa festa, nonostante gli errori di quest’ultimo sul caso Muraro.

 

«Perché premiati? Il fatto che siano stati mandati in diretta televisiva insieme non vuol dire nulla. Sono bravi, ma ci sono altre persone che fanno bene altre cose. E che hanno dei ruoli anche al di là del direttorio».

(Foto di copertina: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)

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