Ritorno al Futuro, un giro a bordo della DeLorean

Che effetto fa salire a bordo di una DeLorean a 24 ore dall’arrivo di Doc e Marty McFly dal 1985? Beh, è un qualcosa di molto particolare. Abbiamo provato (da passeggeri) una Dmc-12 uguale a quella usata in Ritorno al Futuro. E le sensazioni sono state fantastiche. La vettura è stata messa a disposizione dal Consorzio Italiano Compostatori presso l’impianto di compostaggio di Montello, in provincia di Bergamo per celebrare il trentennale della trilogia di Robert Zemeckis, perché la DeLorean del 2015 era alimentata a rifiuti umidi. Quella di oggi era un “semplice” modello a benzina ma certo non ha influenzato la capacità di sognare dei presenti.

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RITORNO AL FUTURO, BREVE STORIA DELLA DELOREAN

La DeLorean del test è una delle 40 presenti in Italia e delle 9.200 prodotte tra il 1981 ed il 1983 a Dunmurry, nella periferia di Belfast. La macchina è nata sul telaio della Lotus Esprit, vettura con cui condivide anche lo schema delle sospensioni. La carrozzeria, disegnata da Giorgetto Giugaro, è fatta di acciaio inossidabile e poggia su un monoblocco in fibra di vetro rinforzata, a sua volta fissato ad un telaio a doppia Y. Il motore è un Prv V6 sviluppato da Peugeot, Renault e Volvo, dalla cilindrata di 2,85 litri, una potenza di 130 cavalli ed una posizione dei cilindri a 90 gradi mentre il cambio è quello della Renault 30.

RITORNO AL FUTURO. LA DELOREAN? SCOMODA MA BELLA

L’abitabilità? Diciamoci tutto, la DeLorean è scomoda. Bassa come poche, non è granché insonorizzata. I finestrini sono minuscoli e il colore grigio degli interni con tanto di sedili in pelle porta ad un aumento quasi immediato della temperatura dell’abitacolo quando si è dentro in due. Il motore è montato sul posteriore direttamente sul telaio, con il peso concentrato per il 65 per cento. Rispetto alla DeLorean usata in Ritorno al Futuro è priva di flusso canalizzatore, di reattore nucleare, del pannello temporale. Ma per il resto non manca nulla. Ed una volta a bordo sembra quasi che ci voglia un attimo per raggiungere le 88 miglia orarie (141,6 chilometri all’ora) per viaggiare nel tempo. (Photocredit Maghdi Abo Abia-Giornalettismo)

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