Rigopiano e quei messaggi che Paola Tommasini non è riuscita ad inviare

30/04/2017 di Redazione

Non è vero che all’Hotel Rigopiano sono tutti morti sul colpo. Paola Tomassini è rimasta in vita almeno per quaranta ore e quarantasette minuti. Quasi due giorni. E in quei due giorni ha cercato di inviare messaggi ai suoi cari dicendoli che li amava. Non c’era rete, il maltempo aveva spezzato tutti i collegamenti. Quei messaggi non sono mai stati inviati. Ora è il suo cellulare a parlare per lei.

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Lo racconta in un pezzo Fabio Tonacci per Repubblica:

Paola è viva alle 16.54, qualche minuto dopo la valanga. «Aiuto», scrive con whatsapp. E ancora, pochi secondi dopo:

«Sono bloccata dalle macerie, aiutoooo». Messaggi in una bottiglia, nessuno che li può leggere. Paola è viva alle 17.20, quando prova a inviare due sms alla sua amica Rosy, implorandola di dare l’allarme. È viva alle 17.26 quando digita che «c’è stata un’esplosione». Forse è il momento in cui realizza che non sarebbe uscita più da là sotto. Subito dopo infatti non pensa più a se stessa. Pensa agli altri. La sua famiglia, i suoi cari. Quelli che stanno fuori e che non sanno cosa le è capitato. Quelli che le vogliono bene. «Vi amo tutti salutami mamma». Un cuore. L’ultimo emoticon.

Paola Tomassini aveva 46 anni, era originaria di Montalto e lavorava all’autogrill di Campofilone sull’A14. A Rigopiano era col suo fidanzato Marco Vagnarelli, anche lui morto sotto la valanga. Sui loro cellulari gli investigatori hanno trovato il panico dei clienti per le scosse di terremoto e l’impossibilità di lasciare il resort a causa di una strada provinciale non pulita e senza turbina. Paola ha provato a inviare 13 messaggi e fare 15 telefonate per avvertire i soccorsi. Oramai è tardi. Ma il suo cellulare, le sue ultime parole, possono aiutare a far chiarezza sull’inchiesta dell’hotel, dove ci sono diversi indagati per omicidio colposo plurimo e lesioni.

(in copertina foto ANSA. Marco Vagnarelli e Paola Tomassini i due giovani Castignano morti all’hotel Rigopiano)

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