Riforma partiti, c’è la norma salva-Pizzarotti

La riforma dei partiti in discussione in commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati prevede norme che imporrebbe ai partiti o movimenti politici di darsi delle regole di democrazia interna, con uno statuto o un regolamento ufficiale. Nel caso del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, sospeso dal Movimento 5 Stelle per non aver comunicato per alcuni mesi di aver ricevuto un avviso di garanzia, si applicherebbe il codice civile. Lo spiega Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera:

Nel centrosinistra si esulta: è stato bocciato l’emendamento dei Cinquestelle che voleva eliminare l’obbligo di democrazia interna ai partiti. Ma soprattutto ne è passato un altro del presidente della commissione Andrea Mazziotti (Scelta civica) ribattezzato salva-Pizzarotti, dal sindaco di Parma indagato e che i grillini vogliono espellere accusandolo di mancata trasparenza, e che in sostanza impone a partiti e movimenti l’applicazione almeno del codice civile nell’organizzazione interna. In pratica se un partito o un movimento vuole avere dei principi diversi, dovrà esplicitarlo in un regolamento o in un semplice accordo e pubblicarlo sul suo sito. Dunque, nel caso di Pizzarotti, poiché il M5S non ha uno Statuto né un regolamento ufficiale che disciplini la vita interna del partito, si applicherebbe il codice civile, in base al quale la sanzione deve essere decisa a maggioranza dall’assemblea degli iscritti. Un secondo emendamento, sempre di Mazziotti, prevede che, in assenza di regolamentazione diversa, il simbolo del partito è di proprietà dello stesso. E in caso di modifiche, decide l’assemblea degli iscritti o degli associati.

Intanto Pizzarotti, che dopo essere stato sospeso sarà probabilmente espulso, con i suoi legali avrebbe preparato un ricorso al Tar.

(Foto di copertina: ANSA / SANDRO CAPATTI)

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