Riforma costituzionale, Napolitano: «Nessun pericolo per la democrazia»

14/04/2016 di Redazione

La riforma costituzionale appena approvata in Parlamento e sulla quale i cittadini italiani si esprimeranno in autunno non è un pericolo per la democrazia. Ma bisogna «impegnarsi per la sua migliore attuazione». È quanto afferma l’ex presidente della Repubblica e senatore a vita Giorgio Napolitano in un’intervista rilasciata a Goffredo De Marchis per Repubblica:

Che effetto le fanno i richiami a una democrazia in pericolo dopo il voto dell’altro ieri? Berlusconi parla di riforma “pericolosa”.
«Enfatizzazioni e estremizzazioni nei giudizi delle forze di opposizione ne ho viste tante e nessun partito è senza peccato. Stavolta però siamo giunti veramente al di là di ogni misura in particolare nei commenti all’approvazione della legge di riforma. Bisognerebbe stare seriamente al merito di quello che si è elaborato e votato a maggioranza e non lanciare allarmi per la libertà e la democrazia».

 

Però anche Renzi ha parlato di riforma non perfetta.
«Innanzitutto sarebbe stato bene per il Paese e per la riforma stessa che si realizzasse un più ampio consenso».

 

L’immagine dell’aula vuota martedì era molto forte.
«Ma l’articolo 138 è stato scrupolsamente osservato e si è raggiunta la prescritta maggioranza assoluta per le modifiche, in misura netta non solo alla Camera ma anche al Senato. Un maggiore consenso avrebbe richiesto un atteggiamento più costruttivo di varie forze che sono all’opposizione del governo Renzi ma che negli anni passati, e posso darne testimonianza da ex presidente della Repubblica, si sono pronunciate a favore innanzitutto del superamento del bicameralismo paritario».

 

Il punto è come è stato fatto.
«È stato giusto che Renzi, alla Camera, abbia riconosciuto delle criticità nel testo approvato. Ma è un fatto che nel lungo percorso avviato dal governo Letta e perseguito in oltre due anni non sono mai stati proposti seriamente modelli alternativi a quello che via via è prevalso anche attraverso modifiche della piattaforma proposta dal governo e dalla maggioranza».

 

Non c’è niente da correggere, dunque?

«Bisogna soprattutto farla una riforma come quella appena approvata eppoi impegnarsi per la sua migliore attuazione. A questo compito dovrebbero partecipare, una volta confermata la legge con il referendum, anche i gruppi politici che oggi la osteggiano. Personalmente farò di tutto per chiamare a questa collaborazione, ad un atteggiamento di condivisione».

(Foto di copertina: Maria Consiglia Izzo / Pacific Press via ZUMA Wire)

Share this article