Rifiuti Roma, “ecco perché la città è sporca”

Rifiuti Roma, “ecco perché la città è sporca”. Lo dicono i sindacati, gli addetti di Ama: uno dei principali problemi è che, avendo la città puntato tutto sull’intensificazione della raccolta differenziata porta a porta, rimangono poche risorse per la pulizia delle strade, per il decoro, per l’ordinaria pulizia della città: e da settembre, infatti, potrebbero tornare gli spazzini armati di scopa e di secchio. Sono i sindacati ad apprezzare, sì, le modifiche apportate in Ama dalla gestione politica dell’assessore Estella Marino, ma a sottolineare che così, a settembre, la città potrebbe non essere in grado di raggiungere il livello di decoro necessario.

RIFIUTI ROMA, “ECCO PERCHE’ LA CITTA’ E’ SPORCA”

Il Messaggero nella Cronaca di Roma ha sentito addetti e sindacati della municipalizzata dell’ambiente.

Perché Roma è sporca? All’Ama su 7.800 dipendenti, 1.600 sono stati trasferiti dall’attività di spazzamento e svuotamento dei cassonetti alla raccolta differenziata. A questi se ne aggiungeranno 300 in autunno, quando partirà la differenziata spinta anche negli ultimi tre municipi. In sintesi: Roma sta pagando caro, carissimo questo sforzo. Da una parte la città si sta avvicinando a una percentuale tra le più alte in Europa di differenziata (45%), dall’altra si ritrova con le strade sporche, attirando anche l’attenzione dei media internazionali. Mentre c’è chi chiede all’azienda di frenare («Non riusciremo a sopportare un altro sforzo sulla differenziata – è il ragionamento -e allo stesso tempo garantire la città pulita»), ieri sera il cda dell’Ama ha deciso di mettere in campo un centinaio di uomini che da settembre, a piedi, dovranno spazzare le zone dove si produce più immondizia: dal centro storico alla periferia. (…) Natale Di Cola, Cgil: «Come renderanno più pulita la città a settembre? Con quali forze? Non diciamo che l’azienda sia peggiorata, tutt’altro. E puntare sulla differenziata è stato giusto. Ma bisogna fermarsi, rimandare la partenza del nuovo sistema negli ultimi tre municipi fissata per fine 2015. Bisogna concentrare le forze sulla pulizia della città. Altrimenti sarà un disastro». La coperta è corta.

Mancano addetti e, paradossalmente, scrive il Messaggero, alcune azioni positive della giunta Marino, e la ripresa economica – labile, ma presente, della città – stanno peggiorando la situazione.

Ma Roma è sporca e in affanno nella raccolta dei rifiuti solo a causa dello sforzo sulla differenziata? Dice un esponente del Pd: «C’è un altro peccato originale della giunta Marino: ha chiuso Malagrotta, ed è stato sacrosanto, ma non ha avuto il coraggio di aprire una piccola discarica di servizio. La differenziata ha diminuito il materiale che va in discarica, ma ovviamente non l’ha azzerato. Dipendere solo da impianti di altre regioni è rischioso». A mandare in tilt il sistema ci sono anche altre ragioni paradossalmente positive: il numero di turisti (nonostante tutto molto alto) e una sia pure lieve ripresa economica fanno aumentare la quantità di rifiuti prodotti. Marino minaccia di ricorrere ai privati se Ama per settembre non riuscirà a presentare una città pulita. Fortini (presidente) e Filippi (direttore generale) si stanno giocando davvero tutto (comprese le loro poltrone e probabilmente quella dell’assessore Estella Marino) sulla campagna d’autunno. In città restano molti problemi, contingenti: le zone turistiche sporche verso sera quando i cestini sono strapieni; organizzativi: a Trastevere, ancora il nuovo sistema di differenziata sta causando contraccolpi; ci sono problemi seri all’Esquilino e nella periferia est, più a macchia di leopardo negli altri municipi

LEGGI ANCHE: Rifiuti Roma, “il 40% dei mezzi Ama è fuori uso”

Ama punta sul rinnovamento tecnologico, con una super sala di controllo dei mezzi e dispositivi Gps installate sulle spazzatrici, che però in molti casi possono girare solo di notte. Ci sarà bisogno, dicono i vertici, anche di personale in strada che possa presidiare i luoghi di passaggio con efficienza e velocità. I classici spazzini, “spazzini di quartiere”.

Per uscire dall’impasse, Ama ha deciso di affidarsi agli spazzini a piedi che dovranno pulire le zone più frequentate della città. Fa un po’ sorridere, perché l’altro giorno si parlava di sistema Gps su spazzatrici e camion; della super sala operativa, come una torre di controllo degli aerei, con il maxi schermo che indica sulla mappa in tempo reale la posizione dei mezzi. Poi, però, per uscire dal vicolo cieco di una città troppo sporca, a quanto pare conta anche il fattore umano. Ed ecco che si torna alla vecchia (e nobile) formula dell’operatore che con scopa e carretto pulisce le strade. Sarà una sorta di spazzino di quartiere. Spiegano ad Ama: «Entro settembre tutta una serie di siti molto frequentati dai cittadini dovranno essere presidiati da spazzini di quartiere con l’ausilio dei classici “carrettini”, in supporto alle attività di spazzamento meccanico prevalentemente svolte in orario notturno». Spesso in alcune strade le spazzatrici possono passare solo di notte, l’operatore a piedi invece potrà agire anche di giorno. Il presidente dell’Ama, Daniele Fortini: «Riteniamo necessario che negli orari diurni centinaia di spazzini assicurino la pulizia permanente dei luoghi oggi maggiormente interessati dall’abbandono a terra dei rifiuti» Per questo è stato dato mandato ad Alessandro Filippi, direttore generale, di siglare un accordo con i sindacati.

Share this article