Rifiuti Roma, Ama ancora in mobilitazione: Garante in allerta

Rifiuti Roma, Ama ancora in mobilitazione: il Garante degli Scioperi è in allerta e si riunirà all’inizio della settimana prossima per valutare azioni di precetto, se necessario, nei confronti dei dipendenti della municipalizzata dell’ambiente romana. I sindacati confederali proclamano assemblee, agitazioni ed iniziative dal 21 al 26 settembre, con uno sciopero indetto per il prossimo 28 settembre: è possibile che l’Authority di Vigilanza sugli Scioperi nei Pubblici Servizi decida di prendere provvedimenti.ù

RIFIUTI ROMA, AMA ANCORA IN MOBILITAZIONE

Il tutto riguarda sempre la partita dell’esternalizzazione del 10% dei servizi di Ama: lo spazzamento in alcune zone dei municipi che verrebbe affidata a cooperative. Secondo i sindacati di Ama, questo sarebbe l’inizio di una privatizzazione; in effetti però, entro il 27 di settembre la Giunta capitolina e l’Assemblea dell’Aula Giulio Cesare voteranno il nuovo contratto di servizio che affiderà ad Ama il servizio pubblico di spazzamento e di raccolta di rifiuti della città per i prossimi 15 anni per un importo da 11 milioni di euro. Sulla cronaca di Roma del Messaggero Lorenzo de Cicco fa il punto sulle proteste.

Un’iniziativa, quella lanciata dalla Cgil, che ha già fatto scattare il monitoraggio dell’Authority per gli scioperi. Spiega il garante Roberto Alesse: «Ci riuniremo in seduta lunedì per analizzare il caso Ama e valutare le misure da prendere». Sul ricorso alla precettazione, già sollecitata dall’Autorità per le proteste in Atac, ancora non si sbilancia. «Faremo un monitoraggio attento, i servizi vanno comunque garantiti». La maggioranza intanto rischia di spaccarsi: Sel ieri faceva sapere che, a queste condizioni, in Aula voterebbe no al provvedimento perché «si aprirebbe la strada a una privatizzazione più complessiva». Qualche mal di pancia si registra anche nel Pd, dove c’è chi ragiona su una possibile clausola “blocca privati” che congelerebbe per un anno l’esternalizzazione dello spazzamento, per vedere se Ama, da sola, sia in grado di migliorare la qualità del servizio. La posizione della giunta, in primis del sindaco Marino, però non cambia: alcune strade, è il ragionamento, sono ancora troppo sporche. Solo con un cambio di sistema, e con l’aiuto dei privati, può arrivare la svolta. Anche perché i risultati raggiunti dall’azienda, senza aiuti esterni, sono già sotto gli occhi di tutti. E non sono certo brillanti.

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Grazie all’esternalizzazione di parti del servizio, si libereranno risorse umane: alcuni dipendenti di Ama saranno destinati a nuovi impieghi.

Si tratta di circa 150 operatori sui 1.700 spazzini in organico ad Ama. I dipendenti saranno trasferiti in tre settori: quello della raccolta differenziata (che nei prossimi mesi verrà estesa agli ultimi tre municipi, il V, VII e XV) in particolare per il porta a porta; altri ancora saranno inviati nei presidi che si occuperanno della pulizia degli itinerari legati al Giubileo; un’altra parte invece si dedicherà alle unità di spazzamento notturno con rimozione delle auto.

La rivoluzione di Ama passa dunque dal nuovo contratto di servizio che divide la città in 350 mini distretti di competenza, ognuno corrispondente a 8mila abitanti della città: “In questo modo l’azienda spera di rendere ancora più capillare il controllo sulla pulizia e la raccolta dei rifiuti e quindi sulla qualità del lavoro dei dipendenti”. Il tasso di assenteismo, conclude il Messaggero, è recentemente diminuito; dal Campidoglio e dall’azienda vengono ribadite le rassicurazioni ai sindacati: nessuna privatizzazione.

La proposta del sindaco Marino non significa una privatizzazione di un pezzo di Ama: l’attività di spazzamento è un’attività manuale e quindi la concorrenza non esiste. Già oggi Ama appalta al mercato collaborazioni importanti

Così l’Ad di Ama, intervistato ieri da Radio Roma Capitale.

Copertina: AnsaFoto

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