La vera storia dei marò e di chi vuole salvarli

13/01/2014 di Redazione

Dal MoVimento 5 Stelle alla destra patriottica alla pummarola, sono molti i soggetti che si sono riattivati alla notizia della probabile imputazione dei due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati dell’uccisione di due pescatori indiani mentre fungevano da scorta armata alla petroliera Enrica Lexie.

Colosseo - Manifestazione a sostegno dei due marò Latorre e Girone

L’ORGOGLIO NAZIONALE – «Adesso basta!!» con due punti esclamativi, così si apre un post sul blog di Beppe Grillo a firma Commissione affari esteri M5S Camera, con il quale i pentastellati sfidano il governo che «… ancora tentenna sui due Marò, il M5S lo sfida e prepara la partenza per Nuova Delhi prevista per il 20 gennaio». Il messaggio non manca di sfrontatezza e di una certa arroganza, poco adatta a una missione diplomatica:

«Il 20 partiremo per raggiungere l’ambasciata dove sono detenuti per ottenere informazioni chiare e precise. Il governo indiano deve parlare con noi, noi siamo il futuro governo di questo Paese. E’ una questione di giustizia e di orgoglio nazionale.»

I DIRITTI UMANI QUANDO SE LI RICORDANO – Giustizia e orgoglio nazionale raramente vanno d’accordo, ancora di più in un caso nel quale ci sono due persone uccise per mano dei nostri militari mentre cercavano di guadagnarsi da vivere con il duro mestiere del pescatore. C’è anche da dire che sul blog di Beppe Grillo il posto ha sollevato numerosi insulti all’indirizzo dei marò, oltre a un numero robusto di commenti per nulla concordi con la missione. Ma quelli del Movimento 5 stelle non sono soli, anche Antonio Tajani, vice presidente della Commissione Ue ora in Forza Italia,   oggi ha minacciato l’India di bloccare la discussione di un accordo commerciale Delhi-Bruxelles poiché «… non è pensabile che l’Europa firmi trattati con un paese che non rispetta i diritti umani». Ma forse Tajani era distratto quando Berlusconi ne firmava a pacchi con Putin, Gheddafi o forse anche lui va a memoria sull’onda di quella che è stata definita la narrazione tossica che è maturata intorno alla vicenda.

LA MACCHINA DEL FANGO E LE BETULLE – Una narrazione costruita dal nulla da personaggi come il finto ingegnere-perito di Casapound, portato in processione insieme a una perizia prodotta attingendo a fonti di seconda o terza mano e visionando le immagini alla televisione, comodamente seduto sul divano di casa. La buffa perizia di Luigi di Stefano è stata presentata nelle aule del Parlamento ed è stata rimbalzata da numerosi autorevoli quotidiani, chiaramente schierati ideologicamente e per niente interessati alla sorte dei marò, quanto a sfruttare l’occasione per qualche esercizio di sterile patriottismo, di quelli che piacciono tanto alla destra nostrana. Anche oggi Gianandrea Gaiani, già latore della buffa perizia all’attenzione dei lettori del Sole 24 Ore, ha fornito evidenza di questa vicinanza con l’estrema destra dei Di Stefano riproponendo una «soluzione» al caso simile proposta qualche tempo fa da Casapound, un attacco militare all’India o,più modestamente nel suo caso, un blitz clandestino:

Per questo l’unica cosa che abbia oggi un senso è prelevare Latorre e Girone e portarli fuori dall’India. Non avremmo mai dovuti consegnarli a un Paese del Terzo mondo che si fa beffe del diritto internazionale ma oggi, anche per riscattare gli errori del passato, occorre attivare subito i servizi segreti e gli organismi in grado di effettuare un’operazione clandestina di salvataggio per portare i due marò lontano da Delhi e dall’India. Con un po’ di attributi forse potremmo tornare a pronunciare legittimamente parole quali dignità e onore.

PER UN PUGNO DI VOTI – Ovviamente Gaiani e quelli come lui non si fanno scrupoli di pensare o ricordare la sorte di altre centinaia di italiani detenuti a vari titolo in India, così come non si cura di pensare a cosa succederebbe se il blitz andasse male, lui si preoccupa di fare quello che difende la dignità e l’onore del nostro paese. Dignità e onore offese da operazioni come quella di cui si è reso complice insieme a molti altri, che non hanno esitato a spargere menzogne per eccitare una base di riferimento nazionalista e visibilmente xenofoba, che purtroppo ha recapitato all’attenzione degli indiani migliaia di messaggi oltraggiosi e razzisti. Un popolo di patrioti che fa gola a molti, tutti ugualmente incapaci di proporre soluzioni sensate o di darsi il contegno necessario all’occasione, ma tutti prontissimi a farsi paladini del tricolore e dell’onore nazionale ferito. Per un pugno di voti in più.

 

 

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