Trivelle, Renzi: «Non è referendum politico. Si vota su 11 mila posti di lavoro»

16/04/2016 di Redazione

«Non è un referendum politico, non si vota sul governo. Si vota sul futuro energetico del Paese e sul destino di 11mila lavoratori. Abbiamo rinunciato al nucleare, stiamo chiudendo cinque centrali a carbone e le rinnovabili da sole non bastano». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è stato intervistato dal direttore de il Resto del Carlino Andrea Cangini. Un lungo colloquio in cui il premier ha toccato anche il tema delle tasse: specialmente sull’Ires nel 2017 e sulle famiglie nel 2018.

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Sulle tasse ha già fatto diversi annunci. C’è qualcosa di concreto che ci può dire?

«Pensavamo di intervenire sull’Ires nel 2017 e sulle famiglie nel 2018, ma tutti, anche gli imprenditori, mi dicono che è urgente mettere più soldi nelle mani delle famiglie».

Partirete dalle famiglie?
«È una delle ipotesi».

In che tempi deciderete?
«Ne discuteremo in settembre e per ottobre il governo avrà deciso. Di sicuro c’è che il ceto medio non esiste più, le famiglie fanno fatica e i salari sono troppo bassi».

Prima di fantasticare di tagli fiscali, bisognerà attendere il giudizio dell’Europa sulla manovra economica…
«Negli ultimi mesi i giornali hanno paventato bocciature e reprimende, invece abbiamo ottenuto undici miliardi di flessibilità, e dal mio punto di vista ancora non bastano. Sulla manovra non ci saranno obiezioni».

Poi il premier aggiunge: «Il 16 giugno in mille piazze d’Italia il Pd organizzerà la Festa dell’Imu».

Intesa come funerale?
«La parola funerale suona male, ma l’idea è quella: celebreremo la scomparsa di un’imposta impopolare».

Guarda caso a due giorni dai ballottaggi delle amministrative…
«Ah, perché, i ballottaggi saranno il 19? Certo che il ministro Alfano fissa delle date…».

Presidente, non faccia il furbo.

«Eh, che vuole che le dica. In Italia si vota spesso».

Tra poche ore si voterà sulle trivelle, ma molti voteranno su di lei…
«Situazione assurda, non è un referendum politico, non si vota sul governo. Si vota sul futuro energetico del Paese e sul destino di 11mila lavoratori. Abbiamo rinunciato al nucleare, stiamo chiudendo cinque centrali a carbone e le rinnovabili da sole non bastano. Poiché il riscaldamento di inverno ci serve e non andiamo a lavorare in monopattino, sarà bene che l’Italia sfrutti tutte le risorse di cui dispone. L’alternative sarebbero le petroliere russe e arabe, che inquinerebbero anche di più i nostri mari».

MATTEO RENZI SUL SUCCESSORE DI FEDERICA GUIDI

Sul posto vacante lasciato da Federica Guidi al ministero dello sviluppo economico scherza: «Ma il successore già c’è: Renato Brunetta». Poi sottolinea come il nome ci sarà, nelle prossime settimane. E sul problema sicurezza nelle città spiega: «L’allarme non va sottovalutato. Perciò a maggio il governo interverrà con una legge sulla sicurezza nelle città».

(in copertina foto TIBERIO BARCHIELLI – ANSA)

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