Reddito di cittadinanza: guida a cosa vuole fare il M5S

Il reddito di cittadinanza è una proposta chiave del Movimento 5 Stelle. Un sussidio universale contro la povertà che integri il reddito e collegato alla ricerca di una occupazione è presente in un numerosi Paesi europei. Il M5S però appare utilizzare questa proposta in modo poco chiaro, a partire dal nome. ll disegno di legge a prima firma Catalfo rappresenta in realtà un reddito minimo garantito, una misura costosa dalle coperture poco chiare, e non certo l’erogazione di un sussidio da 780 euro al mese a tutti gli italiani sotto la soglia della povertà, come sembra dalle dichiarazioni di diversi esponenti pentastellati.

Reddito di cittadinanza, la difesa di Luigi Di Maio

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Pochi giorni fa Luigi Di Maio su Facebook aveva difeso il reddito di cittadinanza dagli attacchi di Carlo De Benedetti, che contestava l’insostenibilità finanziaria della nuova misura di Welfare promossa dal M5S.

Attacca il MoVimento 5 Stelle perchè vuole il Reddito di Cittadinanza. Non sa dove troviamo i soldi. Lo invito a informarsi, può seguire questo link (http://goo.gl/ZSkVAw ) e a leggere le coperture o recuperare i numerosi articoli del suo giornale che le hanno pubblicate. Abbiamo trovato i 17 miliardi (cioè il 2% della spesa pubblica) che servono a restituire dignità e garantire 780 euro al mese a 10 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà

Le parole di Di Maio sono piuttosto ambigue su un punto fondamentale. Garantire 780 euro al mese a 10 milioni di italiani – in realtà a vivere sotto la soglia di povertà relativa sono 8 milioni e mezzo di persone per Istat, ma poco cambia – significa fornire un sussidio a ognuna di queste persone, oppure integrare il reddito fino alla soglia di 780 euro degli svariati milioni di residenti nel nostro Paese che guadagnano meno di questa cifra? La prima ipotesi è ovviamente insostenibile dal punto di vista finanziario,visto che significa quasi 100 miliardi di euro annui di spesa pubblica aggiuntiva, una somma pari a poco meno della metà di quanto lo Stato incassa con Irpef o imposte indirette. La seconda ipotesi, che è poi è il reddito minimo garantito articolato nella proposta di legge Catalfo, è in realtà meno generosa di quanto possa apparire dalla comunicazione pentastellata.

 

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Reddito di cittadinanza, come funziona la proposta del M5S

La base per capire come funziona il reddito di cittadinanza del M5S è la proposta di legge che ha come prima firmataria la senatrice Nunzia Catalfo e depositata al Senato della Repubblica a fine 2013. L’articolato normativo è riportato anche dal sito di Beppe Grillo come disegno di legge per il reddito di cittadinanza. Nella parte introduttiva della proposta di legge il M5S si schiera per il reddito di cittadinanza universale, che sarebbe erogato a 10 milioni di italiani se fosse condizionato alla soglia della povertà, ma in realtà propone un reddito minimo garantito. La proposta di legge Catalfo fissa in 6/10 del reddito mediano del 2013 per Istat, 9360 euro annui e 780 euro al mese, la soglia di riferimento per l’erogazione del nuovo strumento di Welfare. Attraverso l’ erogazione di un sussidio modulato sulla composizione del nucleo familiare, le persone che hanno un reddito al di sotto di questa soglia ne riceveranno un’integrazione. In modo però condizionato, visto che senza ricerca di attiva del lavoro si perde l’accesso a questo sussidio

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La simulazione dell’erogazione del reddito di cittadinanza effettuata da Istat

Reddito di cittadinanza, quanto costa

Il criterio del reddito del nucleo familiare è decisivo. Chi è disoccupato oppure è povero ma si trova in un nucleo familiare che ha entrate superiori alla soglia massima non riceve alcun reddito di cittadinanza. Il sussidio mensile massimo erogato alle famiglie senza reddito è pari a 780 euro per un singolo, a 1.014 euro per un genitore solo con un figlio minore e 1.638 euro per una coppia con due figli minori. Facendo l’esempio di un adulto, chi è senza reddito riceve 780 euro al mese, chi invece ha reddito di 250 euro al mese ottiene un sussidio integrativo di 555 euro, che scendono a 330 euro con un reddito da 500 euro al mese, e così via. Il carattere non capitario della misura, i criteri di erogazione collegati al nucleo familiare, la funzione integrativa e non aggiuntiva al reddito rendono la misura costosa ma non insostenibile. Secondo Istat il reddito di cittadinanza costerebbe 14, 9 miliardi di euro, che andrebbero ai 2 milioni e 759 mila nuclei familiari con un reddito inferiore alla linea di povertà (10,6 per cento delle famiglie residenti in Italia).

Reddito di cittadinanza, le coperture mancanti

Una lacuna della proposta di legge di Nunzia Catalfo è l’assenza di coperture, non indicate nell’articolato. Il M5S fornisce sul sito di Beppe Grillo le voci di spesa da tagliare per finanziare i 15 miliardi annui che costa il reddito di cittadinanza. In realtà la maggior parte delle coperture è rappresentata da aumenti di tassazione, oppure da voci alquanto fragili.

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Le coperture del reddito di cittadinanza pubblicate sul sito di Beppe Grillo

4 miliardi e mezzo arrivano da nuove misure di prelievo fiscale, per quanto piuttosto pop, come l’incremento delle tasse sulle concessioni degli idrocarburi, la riduzione della percentuale di deducibilità degli interessi passivi per banche, o il contributo di solidarietà previsto per le pensioni più elevate. Una parte di queste nuove tasse si scaricherebbero sui cittadini, come sempre avviene. I 5 miliardi di tagli alla spesa pubblica ottenibili attraverso la centralizzazione degli acquisti della Pubblica amministrazione sono in realtà già stati adottati da diversi governi, in ultimo l’esecutivo Renzi , come spiega Il Sole 24 Ore, che ha portato le stazioni appaltanti a sole 33, Consip compresa, dalle oltre 30 mila esistenti.

Reddito di cittadinanza, coperture da trovare

Le spese della Casta che il M5S vorrebbe tagliare arrivano a poco più di 3 miliardi, una frazione del costo del reddito di cittadinanza. Alcune voci sono anche contraddittorie, come l’abolizione del Cnel, che verrebbe cancellato dalla riforma costituzionale a cui i 5 Stelle si oppongono. Più problematiche ancora sono le spese militari da ridurre – investimenti in armamenti già contabilizzati in bilancio, con relative penali in caso di mancato pagamento dei contratti- di circa 2 miliardi e mezzo per finanziare spesa corrente. Anche per questo motivo la senatrice Catalfo ha spiegato al Manifesto come

La misura non richiede lo stesso stanziamento anche negli anni successivi, come invece avviene per gli 80 euro di Renzi: perché sostenendo i redditi, rilanci i consumi e l’economia. Quindi via via le persone vengono inserite nel mondo del lavoro, aumenta il gettito fiscale e l’Iva. In Danimarca o in Olanda, dove il reddito minimo esiste da anni, gli stanziamenti oggi sono di entità molto più contenuta

Un ragionamento che, spiace dirlo, non sta in piedi. Le spese, o i tagli fiscali, che si pagano da soli non esistono in natura. Lo dimostrano gli stessi 80 euro promossi dal governo Renzi, che, come la misura del M5S, rappresentano un sostegno ai redditi , anche se medio-bassi, che non si è per nulla ripagato con il pur debole rilancio dei consumi e aumento dell’economia osservato tra la fine del 2014 e il 2016.

Reddito di cittadinanza, una riforma del Welfare

Il reddito di cittadinanza appare una riforma del Welfare in linea con gli standard europei. In Italia manca una misura universalistica di sostegno al reddito che garantisca ai cittadini standard minimi decorosi di esistenza. Il cosiddetto Hartz IV in Germania o il sussidio Rsa in Francia sono erogazioni per le fasce più povere della popolazione comparabili con il reddito di cittadinanza del M5S. La proposta dei 5 Stelle ha un pregio, e un evidente difetto. Il pregio è l’estensione di strumenti di difesa dei cittadini più in difficoltà finora garantiti solo a chi ha accesso al mercato del lavoro, come la cassa integrazione o il sussidio di disoccupazione, forme assicurative pagate da lavoratori e imprese. Il difetto più grande è l’insostenibilità finanziaria, almeno a coperture attuali. Il M5S sarebbe più credibile se invece che sulla spese della Casta si concentrasse su rilevanti voci di bilancio da tagliare per finanziare questo intervento. Una credibilità che crescerebbe se il reddito di cittadinanza fosse presentato per quello che è, un sussidio che eroga un reddito minimo vincolato a diverse condizioni, tra cui la giusta ricerca di una occupazione, e non quello che in molti credono, un assegno da 780 euro al mese erogato erga omnes o quasi.

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