Rai, ecco i progetti di Maggioni e Dall’Orto. C’è già il rebus nomine

Rai, concluso l’iter delle nomine del Cda e assegnati i posti di presidente e dg a Monica Maggioni e Antonio Campo Dall’Orto, a viale Mazzini si pensa già al day after. La domanda è d’obbligo: quale servizio pubblico hanno in mente la neopresidente e il direttore generale? Ma soprattutto, quel che preoccupa dalle parti di Saxa Rubra, come spiega il quotidiano “La Repubblica“, è il progetto che l’ex dg Gubitosi stava portando avanti. Quello dei grandi accorpamenti, con tanto di unificazione tra Tg1 e Tg2 e RaiParlamento (Newsroom 1) e tra Tg3 e Rainews24 (Newsroom 2).

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ANSA/FABIO FRUSTACI

RAI, NOMINE E PIANI, ECCO I PROGETTI DI MAGGIONI E DALL’ORTO –

Come ricorda il quotidiano diretto da Ezio Mauro, ai tempi di Gubitosi Maggioni è sempre stata testimonial e protagonista del progetto della riorganizzazione:

«A lei sarebbe toccato il timone del Tg3, ora di Bianca Berlinguer, (considerato non in linea con la rutilante narrazione renziana, troppi servizi dedicati alle fabbriche che chiudono, alla complessità drammatica del Paese) allargato a Rainews24. Ma ormai l’ex inviata di guerra ha superato se stessa, conquistando la presidenza. L’Accorpamento si farà lo stesso? C’è chi spera, contro ogni evidenza, di no. Motivazioni squisitamente politiche: «Figurati, Forza Italia vorrà di certo avere posti, direttori, vicedirettori. Più asciughi la struttura, meno poltrone hai da offrire», si legge.

Va poi ricordato, come spiega anche il “Corriere della Sera“, come Berlinguer sia stata l’unica a schierarsi contro la riforma Gubitosi. Per questo, c’è chi scommette come in pole position ci sia ora Maurizio Mannoni. La prima Newsroom sembra invece destinata a Mario Orfeo. Ma il valzer delle nomine è ampio:

«Il nuovo cda è convocato per il 2 settembre. Due pedine sembrano certe: le vicedirezioni generali affidate a Giancarlo Leone (offerta e prodotto) e al renziano Luigi De Siervo (finanza). Leone ha alle spalle già cinque anni di vicedirezione generale, di cui due da vice unico. Su di lui potrebbero trovare il punto d’intesa presidente e direttore generale. Leone prenderà il posto di Antonio Marano, Lega, forse destinato al potente centro di produzione di Milano. Ma sono ipotesi. E a Raiuno, lasciata da Leone? Si parla di un possibile arrivo di Tinny Andreatta, oggi direttore di Rai Fiction: al suo posto potrebbe arrivare Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema. 
Se Andreatta rimanesse alla fiction, la direzione di Raiuno potrebbe essere affidata a uno dei vice di Leone, tecnici apolitici: Andrea Fabiano o Roberta Enni. Stabili le quotazioni di Angelo Teodoli a Raidue. Complessa situazione a Raitre, guidata da Andrea Vianello. Molti programmi non sono stati premiati dall’ascolto. Ma c’è chi, nel Pd, apprezza la voglia di innovare», si legge sul Corsera.

RAI, I PIANI E LA CONVIVENZA MAGGIONI-DAll’ORTO –

Oltre alla questione “poltrone”, va poi ricordato come Dall’Orto e Maggioni dovranno presto fare i conti con una riforma Rai – quella già approvata al Senato – che, così com’è stata pensata da Renzi, cambierà poteri e gerarchie interne:

«I due nuovi leader di viale Mazzini sono stati nominati con la legge Gasparri che, di fatto, immagina una spartizione di poteri tra presidente e direttore generale. Ma sarà una fase transitoria. La riforma voluta da Matteo Renzi prevede l’attribuzione al direttore generale (a partire dal cda già in carica, grazie all’articolo 6-disposizioni transitorie) di tutti i poteri di un amministratore delegato. Ciò significa che se la legge verrà approvata in autunno, i rapporti di forze cambieranno: Campo Dall’Orto potrà nominare direttori di rete, testata, canale e dirigenti di seconda fascia con un parere non vincolante del cda. Solo per i direttori di testata il giudizio diventerebbe vincolante se ci fosse un parere contrario di sette consiglieri su nove (improbabile, vista la composizione del cda). Firmerà autonomamente contratti fino a 10 milioni di euro», spiega ancora il Corsera.

Dei progetti futuri Maggioni e Campo Dall’Orto hanno iniziato già a parlare ieri, durante un pranzo ai Parioli, fotografato dal Fatto, ben prima della nomina del Cda. Sono arrivate subite le prime critiche, dato che – in base alle norme – la proposta del nome del dg dovrebbe essere “concertata” con il ministero dell’Economia e poi votata. Al contrario, lo scatto mostrava – di fatto – una partita già conclusa. Per i nuovi vertici è stato il primo antipasto di cosa li attenderà in futuro.   

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