Roma, lo stupratore di Prati ripreso in un video. E c’è un fermo

Roma, lo stupratore di Prati è stato ripreso in un video: proprio su di esso fanno ora leva gli inquirenti che sono alla ricerca dell’uomo, il giovane atletico e vestito di giallo che giorni fa ha violentato una minorenne, una sedicenne, in zona Prati: siamo in via Mirabello, zona molto tranquilla della capitale, almeno in teoria. “Qui si sta tranquilli, mai successo niente di simile”, dice una signora: eppure la breve vacanza della ragazza nella Capitale si è trasformata in una pessima avventura.

ROMA, LO STUPRATORE DI PRATI RIPRESO IN UN VIDEO

Il Messaggero racconta del video che potrebbe inchiodare lo stupratore del rione Prati.

D’improvviso son tornate tre bambine in lacrime. «Mamma, scendi, è urgente». Il tempo di calmarsi, trovare le parole, perché piangevano tutte. Raccontare alla donna della violenza e poi la sorpresa: il bruto, robusto, una maglia giallina, i pantaloni e le scarpe bianche, i capelli chiari, si è ripresentato davanti a loro. «E’ lui, il bastardo, mi ha stuprata». Le quattro hanno provato a inseguirlo lungo tutta via Mirabello ma niente, si è dileguato. Resta il giallo del perché sia tornato proprio lì. Per caso, oppure perché lì all’angolo aveva lasciato un mezzo, forse una bici? Da ieri gli investigatori setacciano la zona, raccolgono testimonianze. Un video in particolare fornito da un ristoratore mostra nitidamente un uomo robusto, atletico, vestito sportivo, scappare inseguito da tre ragazzine e una povera mamma. «Se eravamo aperti, non sarebbe accaduto», dice pieno di rabbia un responsabile del ristorante.

Una cittadino affacciato alla finestra conferma la dinamica.

«Ero affacciato in finestra le ho viste rientrare, piangevano disperate, hanno citofonato alla mamma, lei è scesa, sono rimaste lì a confabulare quando quello lì, è ricomparso, vestito come da tennis o da ciclista».

Angela, la ragazza sedicenne, racconta di come è stata adescata: il malfattore ha approfittato della sua ingenuità.

Si è avvicinato, ci ha detto che eravamo troppo giovani per bere, che ci doveva identificare – ha raccontato Angela alle forze dell’ordine – mi sono fatta fregare dal tesserino che ci ha mostrato, e dato che solo io avevo i documenti mi ha detto di seguirlo in Procura». Poche centinaia di metri, fino ad arrivare nell’isolata via Casale Strozzi. E’ qui che Angela avrebbe subito violenza. Umiliata, terrorizzata, abusata in quella che doveva essere una breve vacanza a Roma. Violentata due volte, perché se non c’è violenza sessuale già qualcuno sminuisce, smorza i toni, giudica.

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A Roma l’escalation delle violenze carnali sembra ormai una tragica abitudine, senza distinzione di periodo dell’anno: il quotidiano della città ricorda gli ultimi avvenimenti.

Come per Francesca Reggiani, morta dopo una violenza a Tor di Quinto, era l’ottobre del 2007. Il 2009 cominciò con un altro orribile stupro, durante la mega festa di Capodanno alla Fiera di Roma. Una giovanissima venne abusata nel bagno, passò molto tempo in ospedale per le violenze subite. Ora è diventata madre. Pochi giorni dopo a Guidonia una giovane donna fu vittima di uno stupro di gruppo, il compagno con cui si era appartato in macchina, costretto a sentire le sue urla. E ancora, quell’anno maledetto, in Caffarella, il giorno di San Valentino, un’altra ragazzina ha subito violenza, trascinata tra i rovi mentre era seduta su una panchina con il fidanzato. Un’escalation quell’anno: a Primavalle nello stesso periodo in due abusarono di una giovane donna; ha cambiato casa, si è rifatta una vita, non ha avuto giustizia, ancora si aspetta un risarcimento morale. E d’estate, sempre nel 2009, lo stupratore Luca Bianchini, in due mesi, nei garage sotto casa, aggredì almeno tre giovani donne. Anno record ma non va dimenticato che molte violenze restano nascoste

 

UPDATE: Secondo quanto riporta ancora Il Messaggero, lo stupratore sarebbe stato fermato nella mattinata di mercoledì. Dopo aver sentito alcune persone in Questura, ci sarebbe un sospettato. Per il momento gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sulle indagini.

Copertina: Google Earth

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