La prima unione civile di un poliziotto gay in Italia, «sposato» in divisa

24/10/2016 di Andrea Mollica

Raffaele Brusca è il nome del primo poliziotto italiano che si è unito civilmente al suo compagno, Antonio. Raffaele Brusca lavora presso la polizia di Stato da quasi 30 anni, e si è «sposato» in divisa insieme a molti suoi colleghi. Un bel segnale contro le discriminazioni subite per il proprio orientamento sessuale, che purtroppo ancora esistono negli apparati pubblici di sicurezza.

LA PRIMA UNIONE CIVILE DI UN POLIZIOTTO GAY

Il Messaggero di lunedì 24 ottobre racconta una bella storia italiana. Grazie alla legge sulle unioni civili approvata la primavera scorsa un poliziotto gay, il primo nella storia, si è potuto «sposare» con il compagno. L’agente delle nostre forze dell’ordine si chiama Raffaele Brusca, ha poco meno di 50 anni e vive e lavora a Roma. Brusca, grazie anche all’autorizzazione ricevuta dai vertici della polizia, si è sposato in divisa. Ecco la sua gioia raccontata al Messaggero.

Sapevo che Antonio era la persona giusta per me e che lo avrei voluto sposare. Non ho mai avuto alcun dubbio. Anno dopo anno abbiamo atteso l’approvazione di questa legge. Se non fosse arrivata, eravamo anche pronti ad andare a sposarsi all’estero. E’ stato emozionante vedere i nostri parenti riuniti per questa cerimonia.

 

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UN SEGNALE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

L’unione civile di Raffaele Brusca è stata officiata presso la sala rossa del Campidoglio. Tra il pubblico c’erano numerosi colleghi del funzionario del ministero degli Interni, un’importante testimonianza di vicinanza e solidarietà apprezzata da Brusca. Nel pezzo del Messaggero un sindacalista della Cgil rimarca come tra le forze dell’ordine ci siano circa 19 mila omosessuali, una stima probabilmente per difetto viste le discriminazioni talvolta subite dagli appartenenti alla comunità Lgbt.

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