Quinta Colonna propone gli stereotipi sui rom nella diretta da campo della Magliana

03/10/2017 di Redazione

Quinta Colonna ha realizzato una trasmissione interessante che avrebbe potuto esser decisamente migliore.La diretta del programma dal campo rom della Magliana di Roma è stata infatti infuocata  da dibattiti sui pregiudizi sui rom che non lavorano e non mandano i loro figli a scuola. Sono mancati confronti veri sulle problematiche dell’integrazione delle comunità rom oggettivamente esistente. Un peccato. Nonostante la chiarissima linea editoriale di Quinta Colonna, uno dei programmi più rappresentativi delle inquietudini dell’opinione pubblica rispetto agli stranieri, proporre un servizio sui rom che rubano le offerte per i più poveri a Firenze e farlo commentare da tre esponenti di destra come Maurizio Gasparri, il consigliere regionale della Lega Nord Marcato e una consigliere municipale di Fratelli d’Italia è sostanzialmente inutile.

LA DIRETTA DI QUINTA COLONNA DAL CAMPO ROM DELLA MAGLIANA


 

Ne è scarutito un dibattito vuoto con gli esponenti dela comunità rom della Magliana, che sottolineavano le loro difficoltà a trovare un lavoro, per poter garantire alle loro famiglie una esistenza decorosa. Una donna ha rimarcato con orgoglio come i bambini del campo rom della Magliana frequentino al 98% le scuole inferiori, un dato su cui si sono diffuse ironie in diretta. Simile reazione anche nei confronti dei rom che evidenziavano i loro lavori terminati in recente passato. Il leghista Marcato ha fatto del pesante sarcasmo su come gli abitanti del campo della Magliana fossero tutti figli della crisi, una delle tante scivolate verbali che si è concesso rispetto ai rom. Più equilibrato Gasparri, che però ha riproposto la solita tesi  razzistoide dei rom che dovrebbero impegnarsi per smentire i pregiudizi su di loro. Come dimostrato dalla reazione all’affermazione di una donna del campo della Magliana sul fatto che in ogni comunità umana ci sia qualcuno che sbaglia e ruba. In definitiva Quinta Colonna ha perso un’occasione per superare un discorso pubblico fatto di pregiudizi.

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