Il corpo segreto che protegge la CIA

L’attacco al consolato di Bengasi, in Libia, in cui perse la vita l’ambasciatore americano Chris Stevens, non ha evidenziato soltanto la vulnerabilità delle strutture del Dipartimento di Stato all’estero. La capacità della CIA di respingere un secondo attacco, nella stessa notte, ha mostrato un elemento fondamentale dell’arsenale difensivo dell’agenzia, prima poco conosciuto: una forza di sicurezza segreta, creata dopo l’11 settembre 2001, chiamata Global Response Staff, come spiega il Washington Post. In pratica, una forza speciale capace di reclutare centinaia di ex agenti come guardie armate per le spie della stessa agenzia.

CORPO SEGRETO – Due degli americani uccisi a Bengasi erano membri del Global Response Staff della CIA: un corpo progettato per per rimanere nell’ombra, lavorare sotto copertura e sicurezza agli agenti della CIA che si trovano in aree ad alto rischio. Ma una serie di episodi Negli ultimi quattro anni hanno fatto luce sull’importanza crescente del GRS. Dei 14 dipendenti della CIA uccisi dal 2009, cinque hanno lavorato per la GRS. Due sono caduti a Bengasi, proprio nel corso dell’attacco all’ambasciata americana. Altri tre sono scomparsi il 31 dicembre 2009, quando un agente matrimoniale giordano si fece esplodere in un compound (una proprietà recintata da un muro e composta da una o più palazzine, ndr) della CIA a Khost, in Afghanistan. Altri membri del GRS sono rimasti coinvolti in sparatorie in cui sono stati uccisi cittadini stranieri.

BRACCIO ARMATO – Il ruolo sempre più influente del GRS fa parte di una più ampia espansione delle capacità paramilitari della CIA, nel corso degli ultimi 10 anni. L’agenzia ha collaborato con le squadre degli Stati Uniti in numerose missioni speciali, compresa l’operazione di Abbottabad, in Pakistan, dove venne ucciso Osama Bin Laden, leader di al-Qāida, “mente” degli attentati dell’11 settembre 2001.

SPIONAGGIOCosì come riporta il Washington Post, alcuni veterani della Cia hanno ammesso come il corpo segreto sia ormai diventato una componente fondamentale nelle attività di spionaggio, fornendo protezione agli ufficiali nei casi in cui la “lotta al terrorismo” preveda un elevato livello di rischio.Tanto che la CIA ha anche rivisto il programma di formazione alla Farm, la sua accademia ufficiale, nel sud della Virginia, per insegnare alle future spie le basi del lavoro effettuato con le squadre GRS.

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CHI SONO – Quella dell’apparato di sicurezza è un’organizzazione che si basa su ex agenti attratti da retribuzioni molto elevate e che si adattano ad orari flessibili. Spesso abbandonati a loro stessi nel prendere precauzioni di base, compresa la ricerca di un’assicurazione sulla vita. Un corpo formato da circa 125 dipendenti, che lavorano quasi sempre all’estero: almeno la metà sono imprenditori, che spesso guadagnano 140.000 dollari o più in un anno per 90 o 120 giorni di lavoro. Secondo i funzionari della Cia, le richieste per il reclutamento si diffondono per passa parola tra gli ex agenti: i candidati sono spesso membri delle Forze Speciali degli Stati Uniti, da poco in pensione, o veterani del Dipartimento di Polizia. Tutti hanno competenze specifiche nell’uso delle armi, comprese le pistole Glock e i fucili M4.

DOVE LAVORANO – Anche se l’agenzia ha creato il GRS per proteggere gli ufficiali in zone di guerra come l’Iraq e l’Afghanistan, il programma è stato ampliato alle basi segrete dei droni e alle strutture dove sono presenti gli ufficiali della CIA, in paesi come lo Yemen, il Libano e Gibuti. In alcuni casi, le unità d’elite GRS garantiscono la sicurezza al personale di altre agenzie, intercettando le conversazioni nelle zone di conflitto, come ha svelato al WP un operatore. Gli operatori della sicurezza più esperti sono informalmente chiamati “scorpioni”. I loro compiti principali sono quelli di “mappare” le vie di fuga da luoghi pericolosi, scoprire  informatori e fornire una sicurezza di base agli agenti. Tutto sapendo che “se arriva il momento critico, bisogna sparare”, come ha spiegato un funzionario della Cia. In questi casi le conseguenze possono essere gravi. Si pensi al caso Raymond Davis, che aprì il fuoco nel mezzo di una strada trafficata in Pakistan, uccidendo due civili e aprendo una crisi diplomatica tra il paese locale e gli Usa. La CIA ha subito nel 2011 pesanti critiche per la goffaggine dell’episodio Davis, che costò la sospensione temporanea della campagna dei drone in Pakistan. Fino al pagamento da parte degli Stati Uniti di un indennizzo per le famiglie uccise da Davis.

(Photocredit: Washington Post, Reuters/Al-Fetori)

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