Profughi e Italia, quali sono le responsabilità dell’Europa in questa tragedia continua

L’Italia si sente abbandonata dall’Unione Europa sui rifugiati. Una posizione solo parzialmente vera, visto che il problema non è tanto l’UE, ma gli Stati Membri. L’emergenza profughi spaventa tutti i governi continentali, e lo spirito di solidarietà si ferma a una politica di gestione dell’asilo che non rispetta i vincoli del regolamento di Dublino per alleviare i problemi di Italia, Malta e Grecia.

ITALIA PROFUGHI – La nuova tragedia del mare che è costata la morte a più di settecento persone ha riaperto la polemica tra l’Italia e l’Europa in merito alle politiche di immigrazione, e in particolare alla gestione dei richiedenti asilo. L’Europa è accusata di non essere solidale e di lasciar sola l’Italia nell’affrontare un fenomeno di dimensioni epocali. In questo momento il Medio Oriente e l’Africa mediterranea sono squassati da conflitti caratterizzati da centinaia di migliaia di morti, e pensare di risolvere la fuga di milioni di persone dalle guerre con l’affondamento dei barconi degli scafisti appare quantomeno miope. Innanzitutto va chiarito che parlare di Europa in merito alle politiche di asilo è parzialmente impreciso. Le competenze su controllo frontiere, asilo e immigrazione dell’UE propriamente detta sono poche, mai esclusive, e hanno come base giuridica gli articoli 77,78, 79 e 80 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Come cristallizzato dall’articolo 80, ogni Paese è libero nel determinare i volumi dei flussi migratori. La normativa chiave è il regolamento di Dublino, che prevede che lo Stato responsabile della procedura di asilo dei profughi sia il primo che accolga il presunto rifugiato. Una simile disposizione è molto rigida, perchè in questo momento scarica su Italia e Grecia l’epocale emergenza provocata dalle guerre nell’area mediterranea. Vista la mancanza di consenso politico per il superamento del regolamento di Dublino III, l’Europa, nel senso degli Stati Membri e non certo dall’UE che non può far nulla o quasi in materia, ha deciso di disapplicarlo tacitamente, ma parzialmente.

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PROFUGHI IN ITALIA OGGI – Nei mesi scorsi uno Stato tedesco vicino ai confini con l’Italia, la Baviera, aveva minacciato di chiudere le frontiere per il costante afflusso di profughi in arrivo dal nostro Paese. La maggior parte dei rifugiati siriani, arrivati quasi esclusivamente in Italia, Grecia o Malta, si trovano ora nel Nord Europa. Il regolamento di Dublino avrebbe imposto al nostro Paese di identificarli e gestire la loro accoglienza, ma proprio perché questa norma è stata pensata per gestire flussi migratori di entità significativamente inferiore si è preferito evitare di farla rispettare in modo rigido. I problemi di solidarietà reciproca sono però numerosi, visto che l’aumento dell’immigrazione provoca innegabili problemi di natura interna ai singoli governi. In Germania l’emergenza profughi, in realtà superiore alla nostra se osserviamo il numero di persone arrivate, ha provocato continui attacchi dei neonazisti alle strutture di accoglienza. In base agli articoli del Tfue citati prima l’UE ha istituito l’agenzia di controllo delle frontiere Frontex, che gestisce l’operazione Triton. La scelta del governo Renzi di rinunciare a Mare Nostrum per sostituirla con una missione di semplice pattugliamento dei mari è dipesa sia dalla mancanza di appoggio dei Paesi Membri, che da motivazioni interne ascrivili al nostro Paese. Scaricare tutto sull’Europa rappresenta una fuga dalle proprie responsabilità, che sono anche italiane. L’Italia spendeva 10 milioni al mese per Mare Nostrum, senza supporto finanziario di altri Paesi. Mare Nostrum era criticata da più parti visto che secondo diversi governi incentivava l’arrivo dei profughi, posizione certo miope e smentita dalla drammaticità di quanto successo con l’avvio di Triton. Il numero degli sbarchi, come dei morti, è aumentato in modo drammatico.

UE E I PROFUGHI – Il comma 3 dell’articolo 78 prevede che

Qualora uno o più Stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati. Esso delibera previa consultazione del Parlamento europeo.

Questo comma del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europa non è certo rispettato, visto che centinaia di migliaia di migranti in fuga dalle guerre e morti a centinaia possono solo essere definiti come “emergenza”. Un editoriale di Süddeutsche Zeitung rimarca come l’UE avrebbe i mezzi e le possibilità di salvare i profughi, che scappano dall’inferno di Siria e Libia, ma invece li fa affogare, rimarcando come l’Europa spaventi i rifugiati dal partire con le morti di chi sia già fuggito. SZ sottolinea come il costo di Mare Nostrum fosse limitato, e come sia cinismo affermare che operazioni di salvataggio incoraggino gli scafisti. La posizione di praticamente quasi tutti i governi, incluso in parte anche il nostro vista la chiusura dell’operazione e le motivazioni adottate. Il quotidiano tedesco chiede una sospensione della proceduta di asilo, al fine di accogliere chi fugge dalle guerre, e di registrare i profughi e dare loro accesso agli Stati UE nei loro Paesi di origine. Una posizione coraggiosa e apprezzabile, ma irrealistica dal punto di vista del consenso politico.

Photocredit: ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

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