Si salvano dalle tragedie del mare: quattro profughi calciatori nel Legino calcio

06/09/2015 di Redazione

Quattro ragazzi tutti diciottenni, profughi arrivati in Italia in tempi diversi con le carrette del mare sono stati tesserati per il Legino, squadra del savonese che milita in Promozione. Si tratta della stessa squadra che ha visto crescere Stefano el Shaarawy. La notizia è stata anticipata dal Secolo XIX.

Da un anno, Ebrima Barrow, Mohamed Diallo, Assan Kandeh e Samba Fatajo, tutti diciottenni, originari del Gambia, arrivati a Genova come profughi, vivono insieme nella casa per minori gestita dalla Comunità Saba. Sono sbarcati in Italia con i barconi, approdati sulle coste siciliane con storie terribili alle spalle, e poi smistati in Liguria. Uno di loro, era partito a bordo di una carretta del mare insieme ad altri cento. Soltanto in dieci sono riusciti a toccare terra, per cominciare una nuova vita. L’occasione, per Samba e gli altri, si è presentata con il calcio

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I quattro, due difensori, un centrocampista e un attaccante, sono stati notati sul campo del Don Bosco da un uomo il cui figlio adottivo, un bimbo russo, gioca periodicamente con buoni risultati. Il ragazzino e i quattro ragazzi del Gambia hanno stretto amicizia così quando si è trattato di cambiare squadra il papà dell’amico si è trasformato in una sorta di procuratore piazzando nel Legino tutti e cinque.

L’uomo del destino arriva sul campo del Don Bosco e si chiama Daniele Ugolotti, un trader genovese. Ha un figlio quindicenne, Batraz, di origine russa, che gioca nella squadra con la quale si allenano Ebrima. Mohamed, Assan e Samba. Sul prato l’adolescente stringe subito amicizia con quei quattro ragazzi: sono un gruppo affiatato, coeso da vicende tanto più grandi di loro e dal sogno di diventare calciatori. Ugolotti il nota e non solo perché diventano amici del figlio. Scopre le loro storie e li prende a cuore. Così, quando si tratta di cercare una nuova squadra per il figlio, contatta la comunità Saba e chiede il permesso di cercare un ingaggio anche per i suoi nuovi amici. «Abbiamo provato con il Savona – racconta – squadra prestigiosa ma non li poteva prendere tutti. La loro forza è anche l’affiatamento in campo: giocano insieme tutti i giorni da un anno».

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