Il prof arrestato per molestie sessuali e poi assolto: «Fu vittima di suggestione collettiva»

Un tema sulla rabbia interpretato male, un gruppo di quattro ragazzine di scuola media facilmente suggestionabile e un’accusa pesantissima a un docente. Sono questi gli ingredienti del professore di un istituto di Milano arrestato per molestie sessuali e poi assolto perché vittima di una sorta di allucinazione collettiva. Per lui, c’è stata l’umiliazione di finire in carcere per 19 giorni a San Vittore nel raggio degli arrestati per reati sessuali e l’infinita attesa degli 11 mesi trascorsi agli arresti domiciliari, fino al termine della custodia cautelare.

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LA VICENDA DEL PROF ARRESTATO PER MOLESTIE SESSUALI E POI ASSOLTO

Ma c’è anche molto di più. C’è l’incubo di essere finito in un labirinto senza via d’uscita o la macchia, che difficilmente verrà via, su una carriera irreprensibile. I giudici del tribunale lombardo hanno provato a cancellarla con una assoluzione con formula piena, «perché il fatto non sussiste». Sarà stata la forza dei social media e del bombardamento mediatico, sarà stato un capriccio da adolescenti, fatto sta che il professore di Milano ha trascorso un periodo difficile sotto ogni punto di vista per una sorta di suggestione collettiva.

Si erano diffuse voci – false – nella scuola sugli atteggiamenti tenuti dal docente in classe, dove la sua disponibilità e il suo affetto manifestato nei confronti di ragazzini e ragazzine sono stati scambiati per qualcos’altro. Oppure, si era innestata una vera e propria narrazione di seconda o terza mano per la quale il prof sarebbe stato gay, pedofilo già denunciato, abusato lui stesso da bambino, violentatore del proprio figlio.

Niente di più lontano dalla realtà: il racconto delle ragazzine che lo avevano accusato agli inquirenti è stato sempre contraddittorio, svelava cose che le telecamere – installate nella scuola – non avevano mai mostrato. Del resto, si legge nella motivazione data dai giudici, le ragazze «erano legate tra di loro da relazioni psicologiche complesse», una era «psicologicamente succube» della sua migliore amica e un’altra era stata, in passato, vittima di bullismo.

Nessuna molestia, dunque. Solo una brutta vicenda che, ora, sembra essersi conclusa. Ma che non sarà facilmente dimenticata.

(FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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