Primarie Roma 2016, «false schede bianche per aumentare l’affluenza»

C’è una vera e propria confessione, raccolta da Simone Canettieri nell’edizione di oggi del Messaggero: le Primarie Roma 2016 sono state alterate. La consultazione del centrosinistra che anticipa le Elezioni 2016 conta qualcosa come 4mila schede bianche, una percentuale davvero eccessiva che, sono disposti ad ammettere i dirigenti del Pd, è stata inserita per alzare artificialmente l’affluenza e non rischiare l’accusa di flop totale. La corsa di Roberto Giachetti, nonostante dal Pd romano e nazionale ci sia la voglia e la fretta di archiviare velocemente l’intera pratica primarie, rischia la pesante delegittimazione.

PRIMARIE ROMA 2016, «SCHEDE BIANCHE FALSE PER L’AFFLUENZA»

Il quotidiano della Capitale riporta un virgolettato di pura ammissione.

«Qualcuno di noi pensava di fare del bene: così tra la notte di domenica e il pomeriggio di lunedì ha gonfiato virtualmente le schede bianche e le nulle. Per fare aumentare l’affluenza, per non far vedere che stavamo di poco sopra i 40mila ma molto più vicini ai 50mila votanti. Insomma, per evitare ulteriore accanimento sul flop. Quando poi lunedì pomeriggio i presidenti di municipio hanno pubblicato sui social network i dati dei rispettivi spogli abbiamo capito l’errore, anzi il boomerang». A parlare è un dirigente nazionale del Pd. Che svela al Messaggero il mistero dei gazebo romani. Una storia contorta che va ricostruita

 

Fatto «più unico che raro» viene definito la presenza di oltre 3700 persone che «avrebbero scelto, una volta pagati i 2 euro (minimo) di optare per la scheda nulla (843) e sopratutto per quella bianca (2866). Arrivando così a un dato unico per questo genere di competizione: il 7,8% di voti non validi».

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Quale spiegazione per questi numeri? Facile: sostanzialmente nessuna: «A qualche ragazzo», solo, «è scappata la mano».

Un fenomeno che all’inizio il Pd ha tentato di spiegare come atto di protesta dei militanti, ma che poi, davanti ai dati squadernati dai vari mini-sindaci, ha fatto passare in cavalleria. Il doping sull’affluenza è solo virtuale: non ci sono schede bianche e nulle inserite fisicamente. E’ tutto il frutto di calcolo aggiustato con le mani davanti ai computer dalla macchina organizzativa nelle 21 ore di spoglio che hanno anticipato il comunicato ufficiale.

 

Una notizia, questa, che non è in grado di falsare il dato politico delle primarie Roma 2016 che hanno visto prevalere Roberto Giachetti, e che però ha messo in chiaro imbarazzo i dirigenti del Pd.

Davanti a questo doping dell’affluenza il Pd si è chiuso a riccio. Ieri ha ribadito di non voler fornire i numeri dei singoli 193 seggi, né quelli dei 15 municipi della Capitale. «Meglio finirla qui», sussurrano diversi dirigenti democrat. Al momento manca anche la somma raccolta per queste primarie. I gazebo dovrebbero aver fruttato, stando all’affluenza gonfiata, 94mila euro. Che teoricamente, salvo donazioni più generose, non si troveranno in cassa. Proprio perché c’è una zona grigia di schede aggiunte al computer durante lo spoglio.

 

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