Primarie Roma 2016: i cinesi non sanno per chi votare

Questa volta la comunità dei cinesi di Roma aveva provato a “giocare d’anticipo“. Si era organizzata per evitare le strumentalizzazioni politiche sulla sua partecipazione alle primarie Pd 2016 della Capitale. E allontanare il rischio di un remake di quanto avvenuto già alle primarie del centrosinistra di Milano 2016, tra chi parlò di «voto inquinato da truppe cammellate» a sostegno di Giuseppe Sala e chi invece, come lo stesso commissario Expo e vincitore, difese un «momento di integrazione». Peccato che a 48 ore dalle consultazioni di domenica 6 marzo (stessa data delle primarie Napoli 2016 del centrosinistra, ndr) la comunità abbia ottenuto poche risposte. E soltanto parziali dai candidati ai gazebo del centrosinistra. Tanto che, come ha denunciato Marco Wong, presidente onorario di Associna, non sanno nemmeno chi votare.

PRIMARIE ROMA 2016 CINESI: «NON SAPPIAMO CHI VOTARE»

Era stato lo stesso Wong a promuovere con altre associazioni cinesi la campagna Jasmine Roots (Radici di Gelsomino) per orientare gli elettori sino-cinesi al voto. Ma come ha spiegato il presidente onorario, nessuno sembra entusiasmarsi troppo. Per responsabilità dei candidati stessi, come ha denunciato Wong all‘Agi:

 «La nostra analisi dei candidati ha prodotto conclusioni monche. Non siamo riusciti a incontrarli direttamente tutti e abbiamo ottenuto risposte incomplete alla lista delle 10 domande e 10 proposte che abbiamo sottoposto loro” spiega Marco Wong.  Gli elettori cinesi non potranno esprimere, quindi, un appoggio pieno e pubblico a nessuno dei candidati. Abbiamo tradotto in cinese il materiale elettorale, stiamo cercando di portare un po’ di gente al voto», si legge.

 

Così nelle Capitale, nonostante il lavoro delle associazioni, è possibile che la partecipazione sia bassa da parte dei cinesi, ha denunciato Marco Wong.

 «Oltretutto, a complicare la partecipazione elettorale è sopraggiunto anche il “doppio passaggio”, ovvero la preregistrazione al voto.  «Purtroppo non siamo riusciti a incontrare direttamente i candidati dati per favoriti in questa competizione elettorale, cioé Roberto Giachetti e Roberto Morassut», così la circolare emessa ieri da Jasmine Roots. Alle primarie del Pd romane i cinesi hanno giocato la carta della trasparenza, lanciando una campagna mediatica per rendere chiaro il meccanismo di voto di una comunità composta da 15mila persone, di cui un migliaio gli elettori effettivi.

PRIMARIE ROMA 2016 CINESI HANNO INCONTRATO SOLO MASCIA E PEDICA

I cinesi hanno incontrato solo Mascia e Pedica:

 «Il comitato ha sottoposto una lista di 10 domande e 10 proposte ai candidati, con l’obiettivo di elaborarle e condividerle con la comunità dei votanti. Ma a parte Pedica, subito disponibile all’incontro, non con tutti è stato possibile ottenere un confronto diretto. A due giorni dal voto, Jasmine Roots fa sapere di aver incontrato solo due candidati, ovvero Pedica e Gianfranco Mascia; i rappresentanti dei comitati di Giachetti e Morassut; il presidente del Pd Matteo Orfini.  «Non siamo riusciti a contattare ne’ Rossi ne’ Ferraro», dicono. E veniamo all’analisi dei candidati.  «Abbiamo sottoposto le nostre domande/proposte ai comitati di Giachetti e Morassut ma, non avendo avuto una risposta in tempo utile, ci siamo basati su posizioni da loro espresse in altri contesti o da persone del loro comitato elettorale che ci hanno comunicato il loro apprezzamento per l’iniziativa, invitandoci comunque a sostenerli ora, ma soprattutto dopo le primarie ».

 

[…] I cinesi non escludono che siano state proprio le polemiche generatesi dopo le primarie milanesi a condizionare la possibilità di incontrare i candidati dati per favoriti dai sondaggi

 

Di certo, però, spiega la comunità cinese come non sia stato possibile «dare un suggerimento netto a favore di un candidato». L’invito a partecipare comunque resta:  «Siamo comunque convinti che sia importante partecipare per mostrare la volontà, da parte della comunità cinese, di essere presente e contare, scegliendo senza nostri suggerimenti il candidato che più rispecchia ogni singolo»

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