Primarie Milano: ancora confusione sulle candidature per Renzi e Salvini

A Milano aria di primarie, con candidature varie da ambo le fazioni, anche in vista delle primarie del centrosinistra, fissate il 7 febbraio.  Sarà una sfida tra i due Matteo (Renzi e Salvini).

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Di certo Pisapia non ha intenzione di risolvere i problemi a Renzi. Anzi, non passa giorno senza che metta il dito nella piaga: «A Milano faremo le più belle primarie del mondo». E il leader democratico deve prendersi un calmante. Di rifare il sindaco non ha più intenzione: «Ho 68 anni. E se dovessi rivincere, alla fine del mandato ne avrei 73. Ascoltami, Matteo, non me la sento». E l’altro: «Allora troviamo insieme un candidato». Niente da fare, Pisapia non prende impegni per non mettersi contro il suo mondo «arancione», che il nome di Sala — attuale patron dell’Expo — proprio non lo digerisce.
Sebbene Alfano si sia detto pubblicamente pronto a sostenere l’ex manager che al comune lavorò con la Moratti, Renzi non può permettersi di forzare su Sala, perché a Milano rischierebbe di provocare la stessa spaccatura a sinistra che in Liguria portò alla vittoria Toti e il centrodestra. E in attesa di trovare «un terzo uomo» prende tempo. Come dall’altra parte fa Salvini. Il segretario della Lega, vedendo la trappola, temendo cioè di doversi candidare, ha provato a sostenere la candidatura di Del Debbio. Ma l’intellettuale prestato alla tv ha ripetuto a più riprese che non vuol lasciare il mestiere e Mediaset. «È un peccato», ha commentato con una battuta Berlusconi: «Sarebbe un bravissimo sindaco, e toglierebbe un aggravio dai bilanci della mia azienda».
Il leader di Forza Italia politicamente sarà malmesso, continua a snocciolare nomi di improbabili candidati come dicesse un rosario, però ha un conto aperto con il giovane capo del Carroccio. I due dovrebbero vedersi ad Arcore domani sera, ma sono settimane che l’appuntamento viene rinviato.

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