Primarie Elezioni 2016: quando, dove e come si vota

06/01/2016 di Andrea Mollica

Primarie Elezioni 2016: date, candidati e risultati dei sondaggi delle consultazioni di Pd e centrosinistra a Milano, Napoli e Roma in vista delle Comunali

PRIMARIE ROMA 2016: VINCE ROBERTO GIACHETTI SU MORASSUT

Sara Roberto Giachetti il candidato sindaco alle elezioni Roma 2016. Vittoria netta contro il maggior avversario, Roberto Morassut, che ha promesso lealtà: «Lo sosterrò, ma ora il centrosinistra va allargato». Giachetti ha invece parlato di liste e alleanze: «Voglio parlare forte e chiaro al Partito Democratico: fate una lista di persone pulite e belle sopra ogni sospetto, una lista di cui essere orgogliosi. Perché i romani un’altra occasione non ce la daranno e hanno ragione loro. Inoltre io giro in scooter e il carro del vincitore è quello, quindi a chi vuole salire dico: non vi affannate. In giunta porterò persone oneste e specchiate e a chi non va bene questo metodo dico: quella è la porta».

PRIMARIE MILANO 2016: L’INVESTITURA DI GIUSEPPE SALA

Giuseppe Sala vince le primarie del centrosinistra a Milano, seppur in una consultazione che vede un calo di votanti di circa 7mila voti rispetto al 2011, anno della sfida Pisapia-Boeri. Sala vince su una sinistra divisa, per il mancato accordo tra Francesca Balzani (vicesindaco sostenuta da Giuliano Pisapia) e l’assessore uscente Pierfrancesco Majorino. Il voto definitivo delle Primarie Milano 2016 per percentuali è stato: Sala 42,28%. Francesca Balzani 33,97%, Pierfrancesco Majorino 23,02%, Antonio Iannetta 0,73%. Tradotto, se ci fosse stato un accordo a sinistra, il risultato sarebbe stato diverso. I problemi sono però legati alla costruzione delle liste e al rapporto con Sel. Balzani non ha accettato di candidarsi e di correre a capo di una lista che riprenda l’esperienza degli “arancioni” di Pisapia. Una scelta che lascia spazio a chi, dentro Sel, punta a staccarsi dal sostegno a una candidatura indigesta come quella del commissario Expo.

PRIMARIE NAPOLI 2016: VINCE VALENTE SU BASSOLINO (TRA LE POLEMICHE)

Valeria Valente batte Bassolino di 452 voti, ma le polemiche nascono un giorno dopo il verdetto. Perché un video diffuso da Fanpage ha mostrato scambi di denaro ai seggi, con alcuni consiglieri ed esponenti del Pd partenopeo che hanno dato qualche soldo ai votanti alle primarie, invitandoli a partecipare e a sostenere la candidata vincente, Valeria Valente. Lo sconfitto Antonio Bassolino ha presentato due volte ricorso al Comitato dei garanti, invano. Perché il verdetto è stato confermato e il ricorso dell’ex governatore bocciato  (per due volte).

Bassolino ha chiesto almeno che si rivoti nei 5 seggi contestati, ma dai vertici del Pd nessuna apertura. Per questo ora l’ex sindaco e governatore è a dir poco tentato dalla corsa solitaria. Dai vertici del partito era stato già il presidente Orfini a blindare il risultato, prima del verdetto dei Garanti: «Le primarie non vanno annullate, per il 99% sono state regolare. Se ci sono stati illeciti, bisogna intervenire su singoli casi», aveva replicato.

PRIMARIE ELEZIONI 2016

Le elezioni 2016 si annunciano come un passaggio elettorale particolarmente complesso per il PD. La formazione guidata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi è reduce da una flessione alle amministrative 2015, contraddistinta da sconfitte nella maggior parte dei ballottaggi delle città capoluogo di provincia, e si confronta con situazioni locali ricche di difficoltà nelle metropoli che vanno al voto. E il 6 Marzo è stato il giorno delle Primarie in gran parte d’Italia.

PRIMARIE ELEZIONI 2016: LE CITTÀ DOVE PD E CENTROSINISTRA SCEGLIERANNO IL CANDIDATO CON LE CONSULTAZIONI

Il PD esprime o esprimeva tre sindaci su cinque delle più importanti città che rinnoveranno la loro amministrazione a giugno 2016: Ignazio Marino a Roma, Piero Fassino a Torino e Virginio Merola a Bologna. L’indipendente Giuliano Pisapia a Milano aveva una giunta composta in prevalenza da assessori del Partito Democratico, mentre a Napoli Luigi De Magistris è stato sostenuto da liste che nel 2011 erano legate al centrosinistra (Idv-Prc).

A Torino e Bologna il PD ha scelto la continuità, confermando Piero Fassino e Virginio Merola senza passare dalle primarie. Per quanto riguarda invece le tre metropoli più popolose d’Italia il Partito Democratico ha promosso una selezione dei candidati sindaco attraverso il voto popolare aperto a iscritti ed elettori, come recita il suo Statuto.

La via delle primarie è stata presa dopo che il segretario Matteo Renzi ha più volte ribadito le sue perplessità per questo strumento, che può scoraggiare alcuni candidati indipendenti e incentivare gli scontri interni al partito. Inoltre, la rottura del centrosinistra a livello nazionale ha reso assai più complesso costruire una coalizione progressista nelle sfide amministrative.

Il Partito Democratico e SEL potrebbero correre assieme a Milano, mentre a Roma così come a Napoli le strade delle due formazioni che avevano formato la coalizione Italia Bene Comune alle ultime politiche sembrano avviate a dividersi. Rimane invece esclusa, almeno nelle sfide più importanti, la collaborazione locale con Nuovo Centrodestra, in continuità con l’alleanza che sostiene il governo Renzi.

PRIMARIE ELEZIONI 2016

PRIMARIE MILANO 2016

Milano svolgerà le elezioni primarie per il candidato sindaco di centrosinistra domenica 7 febbraio 2016. Questa data, indicata nell’autunno scorso dagli organismi locali di partito, è stata confermata definitivamente dopo un incontro tra il segretario del PD Matteo Renzi e il sindaco uscente Giuliano Pisapia. Il presidente del Consiglio avrebbe voluto che anche il capoluogo lombardo votasse insieme alle altre grandi città in un unico election day per le primarie, ma alla fine ha preferito cedere sul punto dopo settimane di forti tensioni con la giunta simbolo dell’ormai dissolto movimento arancione, espressione con cui si indicavano le amministrazioni di centrosinistra vittoriose nel 2011 e nel 2012.

La raccolta firme per partecipare alle primarie è iniziata a partire dal 12 dicembre 2015, e prima di Natale Pierfrancesco Majorino e Giuseppe Sala hanno comunicato di aver superato le due mila sottoscrizioni indicate dal regolamento. Giuseppe Sala appare come il candidato favorito delle primarie, grazie alla popolarità conquistata come AD di Expo, e il sostegno piuttosto compatto del Partito Democratico. Voluto da Matteo Renzi e appoggiato dalla maggioranza degli assessori della giunta Pisapia così come dall’unico ministro lombardo dell’esecutivo, il bergamasco Maurizio Martina, Giuseppe Sala affronterà alle primarie la sua prima esperienza politica in senso stretto, dopo circa due decenni passati ai vertici di aziende pubbliche e private.

L’ormai ex AD di Expo sarà sfidato da Francesca Balzani, vicesindaco di Giuliano Pisapia ed ex europarlamentare europea, convinta dall’attuale primo cittadino a candidarsi per rafforzare la continuità con l’attuale amministrazione. Sala e Balzani sono considerabili come figure nuove per la politica milanese: il primo per la sua esperienza da manager esterno ai partiti, la seconda perchè attiva a Genova fino al suo ingresso nella giunta Pisapia nel marzo del 2013. Pierfrancesco Majorino è invece inserito nella politica milanese da ormai più di un decennio: prima coordinatore cittadino dei circoli all’interno dei DS, capogruppo in consiglio comunale e infine assessore ai Servizi sociali della giunta Pisapia. Majorino avrebbe dovuto essere il candidato della sinistra del PD così come di SEL, che però sembrano preferirgli Francesca Balzani, giudicata più competitiva nella competizione con Beppe Sala.

Diversi ambienti progressisti hanno chiesto a Majorino un passo indietro per non favorire la corsa dell’AD di Expo, osteggiato per i suo legami con il mondo ciellino. L’assessore però si è finora dimostrato insensibile a queste richieste, e difficilmente sembra poter rinunciare alla sua corsa dopo diversi mesi di campagna elettorale. Se riusciranno a raccogliere le firme parteciperanno alle primarie anche Roberto Caputo, ex consigliere comunale ed ex presidente del Consiglio provinciale, e Stefano Iannetta, direttore dell’associazione Uisp. Sono candidature però a cui nessuno assegna chance, visto che la competizione si dovrebbe giocare tra Sala, Balzani e forse anche Majorino. Finora sono stati realizzati solo due sondaggi, che rilevano l’AD di Expo come il candidato favorito per le primarie di Milano.

Le primarie a Milano rappresentano la competizione più promettente per il Partito Democratico. Il capoluogo lombardo attraversa un buon momento di sviluppo, l’Expo potrebbe trascinare i consensi dell’amministrazione Pisapia così come di Beppe Sala in caso di sua candidatura, e il centrodestra appare ancora piuttosto in difficoltà nella selezione di un candidato autorevole nella città una volta simbolo del forzaleghismo di Berlusconi e Bossi.

Il problema più grosso per il PD a Milano è rappresentato dalla coalizione, visti i numerosi dubbi che ci sono in SEL nel condividere un progetto politico con un candidato come Beppe Sala. Da ormai due anni e mezzo il Partito Democratico e la formazione guidata da Vendola hanno rotto l’alleanza a livello nazionale, anche se a livello locale è stata confermata nella maggior parte delle città così come delle regioni.

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PRIMARIE ROMA 2016

Se a Milano SEL potrebbe correre al fianco del PD, un’ipotesi che diventerebbe certezza in caso di vittoria alle primarie di Balzani o Majorino, a Roma così come in altre città sembra più probabile la rottura del centrosinistra. Particolarmente complicata sarà la costruzione di una coalizione progressista nella capitale, dove oltre alla frattura nazionale pesa pure lo scontro sulla sfiducia alla giunta di Ignazio Marino.

L’ex sindaco di Roma sta riflettendo sulla possibilità di una candidatura in proprio, anche se il nuovo gruppo parlamentare di Sinistra Italiana ha già presentato come candidato alla sua successione il deputato Stefano Fassina. L’ex responsabile economico del PD di Bersani non sembra orientato a partecipare alle primarie del centrosinistra, che si dovrebbero svolgere domenica 6 marzo, se la direzione nazionale del PD confermerà questa data.

La competizione potrebbe quindi restringersi a soli esponenti democratici, e all’interno del PD romano non si scorgono candidati interessati a correre in un’elezione giudicata già persa in partenza, o quasi. A giugno 2016 l’elettorato capitolino potrebbe punire, anche severamente, il PD a causa delle vicende di Mafia Capitale così come per i numerosi problemi dell’amministrazione Marino.

A Matteo Renzi piacerebbe la candidatura di Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera e figura capace di galvanizzare una campagna elettorale quantomeno difficile. Giachetti non è però un campione di popolarità – è arrivato soltanto nono nelle primarie per i parlamentari del 2012 – e ha una storia politica ,prima radicale e poi rutelliana, poco affine alla maggior parte degli iscritti del PD di Roma.

I due punti di riferimento della sinistra ex DS della capitale, il presidente del Lazio Nicola Zingaretti e il commissario provinciale Matteo Orfini, non sono intenzionati a spendersi in prima persona, e neppure a sostenere un candidato a loro particolarmente vicino. L’ex ministro Fabrizio Barca sarebbe un nome apprezzato da buona parte del partito romano, con cui ha lavorato nei mesi scorsi, ma le scarse chance di successo finale sembrano scoraggiare i potenziali candidati. Candidature tecniche simili al profilo di Beppe Sala sono state ipotizzate, come per il presidente del Coni Giovanni Malagò, ma la debolezza del PD romano le rende improbabili.

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PRIMARIE ELEZIONI 2016
Roberto Giachetti. ANSA/ANGELO CARCONI

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PRIMARIE NAPOLI 2016

La paralisi di Roma non è l’unica nota dolente del PD nazionale in vista delle amministrative 2016. Anche la terza città italiana per popolazione, Napoli, presenta una situazione particolarmente complessa per il partito che esprime presidente del Consiglio e presidente della regione Campania. Come nella capitale, anche nel capoluogo partenopeo Matteo Renzi, come probabilmente anche Vincenzo De Luca, avrebbero evitato le primarie. Negli scorsi mesi ci sono state numerose pressioni in questo senso, ma che hanno trovato diversi ostacoli. Il primo è il regolamento del PD di Napoli, che consente la rinuncia alle primarie solo in caso di larga maggioranza all’interno degli organismi dirigenti. Il secondo è la mancanza di un candidato unitario così autorevole da mettere assieme la maggior parte delle componenti interne, e avere buone chance per la vittoria finale.

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PRIMARIE ELEZIONI 2016
Antonio Bassolino. ANSA/ CESARE ABBATE

L’unico candidato di spessore che ha annunciato la sua intenzione di candidarsi per le primarie del PD di Napoli, che si terranno come quelle di Roma a inizio marzo, è l’ex sindaco Antonio Bassolino. Primo cittadino dal 1993 al 2001, incarico svolto con vasto apprezzamento, Bassolino sconta ancora gli insuccessi nella gestione della raccolta dei rifiuti che avevano caratterizzato il suo secondo mandato da presidente della Regione. Un’immagine negativa che inquieta Matteo Renzi, come già successo nel 2015 con i ripetuti tentativi di far saltare le primarie tra Enzo De Luca e il bassoliniano Andrea Cozzolino.

Alle primarie del centrosinistra il PD sarà affiancato da formazioni minori, quali Socialisti, Idv, Verdi o centristi, mentre non ci sarà SEL/Sinistra Italiana. Il partito di Nichi Vendola sosterrà infatti il sindaco Luigi De Magistris, che in questi anni ha radicalizzato il suo conflitto con il PD renziano. Nel 2011 l’ex magistrato era stato eletto con il sostegno di Idv e Rifondazione comunista, più una lista civica personale che ora sarà alla base della sua ricandidatura.

Il PD non ha ancora trovato un esponente autorevole per sfidarlo, visto che i diversi nomi circolati in questi mesi, come il magistrato anticamorra Giovanni Corona. Un nome “tecnico” simile a quello di Beppe Sala sarebbe Riccardo Monti, presidente dell’ICE, mentre l’ipotesi dell’onorevole Enzo Amendola, come quella della deputata Valeria Valente, sembrano poco probabili vista l’ostilità di questi due parlamentari ex DS a candidarsi. Luigi De Magistris è un sindaco piuttosto apprezzato nell’elettorato di sinistra, e la sua forza, unita ai consensi del M5S in città – la candidata 5 Stelle alle regionali ha superato il 25% – sembrano indicare un’elezione particolarmente difficile per il Partito Democratico.

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