Possibile, una sinistra che ricorda i 5 Stelle

Arrivare ad un’assemblea politica nazionale e trovare una platea composta in larga maggioranza da giovani. Non è affatto frequente di questi tempi, in un periodo in cui la disaffezione per i partiti e i loro rappresentanti ha raggiunto un livello senza precedenti. L’unica eccezione sembrava essere rappresentata dal Movimento 5 Stelle, il partito che secondo diversi autorevoli sondaggisti sarebbe primo se a votare fossero solo gli under 30, e che nel 2013 ha portato in Parlamento i gruppi di deputati e senatori più verdi della storia repubblicana (ad inizio legislatura era di 33 anni l’età media degli onorevoli grillini e di 46 quella dei senatori).

 

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POSSIBILE: IL PARTITO DI CIVATI AGLI STATI GENERALI DI NAPOLI –

Ora va però segnalato un altro caso. Parliamo di Possibile, il nuovo partito di Pippo Civati che ieri, agli Stati Generali di Napoli, ha approvato a larga maggioranza il suo statuto e dato avvio alla fase congressuale che si concluderà tra meno di tre mesi (inizio febbraio). Tra centinaia di delegati dei circoli ed attivisti presenti all’Arenile di Bagnoli c’erano soprattutto giovani e giovanissimi: segnale tangibile della capacità di intercettare (a sinistra del Pd e in netta opposizione al Pd) consensi e simpatie che i Democratici (primo partito soprattutto tra l’elettorato più anziano) faticano più di prima a conquistare. Certo, l’impresa di fare voti che pesino davvero nello scenario politico nazionale per Possibile è davvero ardua, e parlare di bacini elettorali è prematuro (Civati lo sa benissimo, e lo dice a chiare lettere), ma è chiaro che un primo piccolo successo può già essere evidenziato, quello di aver posto basi per arginare quella fuga verso il voto di protesta e l’astensionismo esplosa alle Politiche del 2013. I ragazzi di Possibile l’elemento di novità lo hanno subito colto. «Qui – ci ha detto ieri uno di loro – vedo un sacco di facce nuove, alla presentazione di Sinistra Italiana non c’erano tanti giovani. È qualcosa di indicativo, della volontà di superare il nuovismo e il vecchio, ma senza superare l’antico». Non si tratta un gioco di parole. Il riferimento è alle parole di Civati, che per ‘antico’ intende i valori, i simboli, e tutto ciò che non va rottamato, che non può essere semplicemente indicato come ‘vecchio’ solo perché temporalmente lontano.

 

Possibile, l’intervento di Pippo Civati agli Stati Generali (VIDEO)

 

«POSSIBILE ESPLORA STRADE NUOVE» –

Ma è solo una questione di immagine? Un’operazione di marketing politico che ha compiuto bene il suo piccolo primo passo? Ovviamente no: l’appeal di Possibile non può essere giustificato solo dalla comunicazione efficace di un leader o da un logo accattivante. Quella di ieri a Bagnoli non era un’iniziativa cittadina. Erano presenti i ragazzi di centinaia di comitati da tutte le regioni d’Italia. Ed erano parecchio interessati ad ascoltare parole nette, inequivocabili, su questioni che il Pd (la platea di Possibile rifiuta di definirlo un partito ‘di sinistra’) negli ultimi anni ha eliminato dalle prime pagine della sua agenda o rispetto alle quali ha ridimensionato la sua posizione. «Ci vogliamo riprovare», ci ha detto una ragazza. Un attivista adulto, invece: «Possibile esplora strade nuove che non fanno parte di una storia perdente della sinistra». Civati, intanto, dal palco spaziava in lungo e in largo. «Gli 80 euro a chi non ne ha bisogno sono una cosa incivile. Si tratta di un migliaio di euro che potevamo utilizzare per altre cose». «I regali fiscali alle aziende con assenza di selezione, che senso ha?». E ancora: perché «facciamo lo sconto ai benestanti proprietari di case in un momento in cui non abbiamo coperture»? «Voglio combattere contro l’evasione fiscale, non strizzare l’occhio con il contante. Padoan ha cambiato idea 300 volte». E poi: reddito minimo, fine-vita, coppie omosessuali, uso legale della cannabis. Punti di programma che tra i Dem genererebbero più di una frattura.  

 

Possibile, gli attivisti agli Stati Generali (VIDEO)

 

PIPPO CIVATI E POSSIBILE –

Ma netta è apparsa anche la posizione di Possibile sul rapporto con il Pd. A testimoniare l’umore della platea è stato un forte applauso che si è levato quando dal palco uno degli intervenuti ha ribadito l’impossibilità d’intesa con i Dem. Civati, poco dopo, non ha certamente tergiversato: «Lo dico qui una volta per tutte. A me di vincere per poi fare le politiche che ho sempre avversato non interessa niente». «Vogliamo davvero essere alternativi? Se sì, non possiamo allearci con  il Partito della Nazione, altrimenti diventiamo come Alfano!». Meno marcata sembra essere la linea di confine alla sinistra. Guardando alle Amministrative della prossima primavera Civati ha aperto alle intese con altre formazioni, ad esempio con Luigi De Magistris e le liste che lo sosterranno. Chi invece pensa al quadro nazionale, come Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista e l’ex senatore Pd Vincenzo Vita, uno dei primi a sostenere Possibile, considera l’unità a sinistra necessaria o addirittura inevitabile. «Sono venuto a fare un invito – ci ha detto Ferrero – a fare tutti insieme una battaglia per costruire finalmente una sinistra in questo Paese. Penso che Possibile abbia una ragione di esistere, e Rifondazione anche. Non vanno abolite o smontate. Penso si possa costruire un soggetto per andare insieme alle elezioni 2016. Ci sono opinioni diverse ma vedo bene il processo unitario per creare massa critica». «È la realta che ci costringe – ci ha risposto invece Vita – non si può dire che il Pd e il governo sono forze moderate o centriste e poi non mettere insieme tutte le forze che non vogliono fare protesta ma proporre un programma per l’Italia».

 

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possibile

 

 

POSSIBILE: «RIPORTARE TUTTO A UNA DIMENSIONE DI STRADA» –

Infine, l’organizzazione. All’assemblea di Possibile si è parltoa anche di piattaforme web e di partito liquido. Strumenti e concetti che ricordano gli statuti e i regolamenti 5 Stelle. Ma Civati sta bene attento a marcare le distanze dagli avversari. «Sarà una discussione vera critica, facciamola insieme, usiamo gli strumenti telematici, ma voi sapete quanto è importante riportare tutto a quella dimensione di strada che non smetteremo mai di frequentare», ha detto ieri dal palco. Non sarà un metodo alla Grillo: i comitati avanzeranno proposte che dovranno poi essere condivise e votate sul web in maniera democratica, ma solo dopo essere stati sul territorio a discutere. «È un esperimento, non è il Pd e non è il Movimento 5 Stelle: è Possibile. Io spero che funzioni tantissimo. Vedremo e aggiorneremo il modello a seconda di come lo vedremo realizzato», ripete Civati.

(Immagini e video di Giornalettismo)

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