Ischia: cosa c’è dietro il video porno finito su internet per vendetta

04/02/2014 di Redazione

Non una porno-vendetta, anzi: sarebbero stati entrambi vittime di una truffa. Si fa ancora più intricata la vicenda a luci rosse della coppia di fidanzati di Ischia, che ieri avevano fatto chiacchierare mezza Italia a causa di un video che li vedeva impegnati in evoluzioni sessuali, finito su un sito a luci rosse per quella che, almeno all’inizio, sembrava essere una ritorsione per una storia d’amore finita male. Perché i due fidanzati di Ischia, dopo aver tentato di insabbiare ogni cosa addirittura comprando centinaia di copie del quotidiano che aveva fatto lo «scoop», oggi escono allo scoperto. E raccontano la loro verità.

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LA STORIA DEL VIDEO PORNO DELLA COPPIA DI ISCHIA – La storia l’aveva raccontata ieri il Corriere della Sera: Il Golfo, quotidiano ischitano diffuso un tutta l’isola, domenica era andato misteriosamente a ruba. Si è poi scoperto che a comprare tutte quelle copie era stato un giovane dell’isola, spaventato dalle possibili conseguenze di una presunta vendetta messa in atto ai danni dell’ex fidanzata: lei lo aveva lasciato e lui, per tutta risposta, aveva caricato sul web un video di un loro rapporto sessuale, girato «per gioco» qualche tempo prima. Sul web il video aveva fatto «il botto», finendo per attirare l’attenzione dei giornalisti locali che avevano mandato in stampa un articolo sulla vicenda. A quel punto, pentito o preoccupato dalle possibili conseguenze del suo gesto, il giovane aveva cercato di impedire che la notizia si diffondesse in tutta l’isola, comprando tutte le copie del giornale.

 

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PORNO VENDETTA? NO, ESIBIZIONE HARD IN DIRETTA – Oggi, però, racconta Francesco Vastarella sul quotidiano Il Mattino, la coppia è uscita allo scoperto: i due non si sono lasciati e la pubblicazione di quel video non era una «porno-vendetta». I due giovani, 25 anni lei, 30 lui, hanno raccontato di essersi esibiti davanti alla webcam per un sito a luci rosse, consapevoli che dall’altra parte dello schermo qualcuno li stesse osservando in diretta. Sarebbe dovuto essere un solo spettatore che li avrebbe visti quella volta soltanto, e tutti sarebbero dovuti essere protetti da anonimato. Ma non è andata così. Perché l’anonimo spettatore, in realtà, stava registrando lo «spettacolo» per il quale aveva pagato, pronto a diffonderlo sul web all’insaputa dei due «attori».

Si parla di puro esibizionismo, di un gioco erotico. Ma si parla anche di un’occasione per guadagnare qualche soldo senza problemi, unendo, come dire, l’utile e il dilettevole. I soldi inviati su una card ricaricabile, anonimato garantito: chi lavora nel settore improvvisandosi attore guadagna da poche decine di euro a qualche migliaio per spettacolini più professionali. Invece, quell’unico spettatore, registrato come Anonimo, avrebbe tradito i fidanzati, anzi venduti al sito di video porno, come in una sorta di mercato del sesso che cresce sulla base del numero di contatti raggiunti dalle immagini inserite

IL VIDEO RIMANE ONLINE, E LA COPPIA… – I due hanno presentato regolare denuncia ai carabinieri, ma il video rimane tuttora online su RedTube, cliccatissimo da ogni parte del mondo e sempre più popolare. La coppia ha spiegato di essere stata truffata, ma ora si sente esposti al pubblico ludibrio:

E la vita dei due fidanzati- lui trentenne, lei 25enne studentessa -maledettamente sconvolta. Per la famiglia, morigerata nei costumi e stimata, sarebbe stato peggio delle dieci piaghe d’Egitto tutte in una volta. Il video, caricato dai collezionisti, ora più che del sito è patrimonio di chi lo ha scaricato, può scomparire e ricomparire da un miliardo di parti.

COME FINIRÀ? – E risolvere questa faccenda, ora, è meno semplice di quanto si possa pensare:

Per rimuoverlo i due giovani dovranno dimostrare di essere vittime del ricatto, di non avere dato il consenso alla divulgazione. Invece, in quei 48 minuti si vedono armeggiare al computer, ballano, scherzano e si mostrano in pose di sesso spinto. Poi, bisognerà individuare il server, che magari ha sede chissà dove, individuare l’anonimo che lo ha postato, puntando sulle tracce dei pagamenti. Se non si riuscirà a dimostrare il ricatto e l’estorsione, non resta che prenderla sul fronte civilistico, ovvero la violazione di un contratto tra privati: noi ci esibiamo davanti alla webcam in scene di sesso, tu paghi ma le immagini puoi vederle solo tu. Si tratta di adulti, la legge punisce la pedopornografia, il resto è un complesso e un vuoto di norme. Dunque,un bel grattacapo per la dirigente del commissariato locale, Stefania Grasso, e per il responsabile della polizia postale in Campania, Domenico Foglia.

(Photocredit: Getty Images, foto di repertorio)

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