Pier Luigi Bersani e «i favori del governo ai vip e alla stampa amica» sul Fatto Quotidiano

27/05/2016 di Redazione

Pier Luigi Bersani, intervistato da Giorgio Meletti su Il Fatto Quotidiano, attacca il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Ieri ha esordito il nuovo presidente degli industriali Vincenzo Boccia.
Nella sua relazione ci sono cose apprezzabili. Ci vorrebbe però, e non solo da parte di Confindustria, una presa d’atto più coraggiosa delle sfide che riguardano produzione e domanda: come attivare un robusto ciclo di investimenti pubblici e privati in innovazione e come ridurre la forbice sociale e territoriale.
Sennò restiamo ai palliativi.

Il Jobs Act è un palliativo?

È una discussione inutile. Non avremo lavoro vero se non affrontiamo la questione degli investimenti. Oggi abbiamo meno contratti a tempo indeterminato che nel 2014. In compenso va forte il voucher, un mini-job all’italiana che accentua la precarizzazione del lavoro. Purtroppo in Italia piacciono norme che consentono comportamenti opportunistici.

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L’ex segretario critica il governo e il rapporto con “10 15 che contano nel capitalismo italiano”

Vince l’idea che solo gli imprenditori possono salvarci, se lasciati liberi.
Il Jobs Act ci ha dato l’amara conferma che il problema non era l’articolo 18. L’idea che ciò che fa bene all’impresa fa bene all’Italia è scivolosa. La Fiat non può dirci che cosa dobbiamo fare e pagare le tasse
all’estero. Dia consigli dove paga le tasse. Vorrei vedere che cosa direbbe le cancelliera Merkel se la Mercedes pagasse le tasse all’estero.

Lorsignori hanno rinunciato alla funzione nazionale?
I dieci o quindici che contano nel capitalismo italiano si stanno aggiustandole le cose loro, chiedono solo che il governo sia amichevole, e se capita lo applaudono e si fanno applaudire. Poi hanno i giornali e c’è lo scambio, succedono cose che non sono potabili.

(in copertina foto ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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