Padoan: «In Italia ci sono troppe banche, servono altre aggregazioni»

19/05/2016 di Redazione

«In Italia ci sono troppe banche» e sono «necessarie altre aggregazioni» tra istituti di credito. È quanto afferma oggi in un’intervista rilasciata ad Alessandro Barbera per La Stampa dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ora in Giappone per il G7. Il ministro ha assicurato che il governo italiano rispetterà un definit nominale all’1,8% con la manovra indicata nel Def e andrà avanti con le privatizzazioni:

Quali sono le priorità di qui all’estate?

 

«Il governo sta preparando un decreto che abbiamo chiamato “Finanza per la crescita”: un insieme di misure volto a rafforzare il finanziamento delle piccole e medie imprese oltre il canale bancario. È già cominciato il lavoro sulla legge di Stabilità, stiamo cercando di creare le condizioni per rendere il bilancio pubblico più agile ed efficiente. Grazie alla riforma della legge di Bilancio, che ha appena iniziato l’iter alla Camera, la revisione della spesa diventerà permanente».

 

Significa che sarà più semplice imporre i tagli di spesa?

 

«La riforma permetterà di “aggredire” voci di spesa che fino ad oggi, una volta introdotte, sono date per acquisite. Sarà più facile riconsiderare le decisioni prese in passato».

 

Con il vincolo dell’1,8 per cento di deficit ci sarà spazio per ridurre le tasse, e in particolare l’Irpef come chiede Renzi?

 

«È prematuro parlare di singole misure, che vanno valutate appunto nell’ambito della legge di stabilità. L’impegno a neutralizzare le clausole di salvaguardia è già noto ed è stato preso con il Paese».

 

Nonostante le molte misure decise dal governo, sul sistema bancario pesano ancora le troppe sofferenze. Saranno necessari altri decreti?

 

«Il governo lavora da più di due anni a riforme strutturali del settore: delle banche popolari, di quelle cooperative, delle fondazioni bancarie. Abbiamo assistito alla nascita del Fondo Atlante, abbiamo preso misure per accelerare le procedure concorsuali ed il recupero crediti».

 

Dunque?

 

«I vincoli normativi da parte dell’Europa oggi sono molto più forti di ieri. Abbiamo fatto tutto quanto è lecito fare, e per questo è importante che il sistema decida in autonomia tutte le iniziative ulteriori con una valenza di stabilità sistemica. Il nostro lavoro è ispirato da una filosofia di fondo: favorire le aggregazioni. Ebbene, il processo deve andare avanti, perché in Italia ci sono ancora troppe banche».

(Foto di copertina: ANSA / GIORGIO ONORATI)

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