Perché questa donna è coperta di polpi?

La post-pornografia è una realtà. Animata dalle donne, collettivi femministi e di genere in tutta l’America Latina stanno portando alle estreme conseguenze la società del sesso. Stanno utilizzando l’immagine che gli è affibbiata, quella della donna-oggetto, come arma per trasmettere messaggi di rivolta contro “la dittatura eterosessuale” che ci costringe tutti ad essere uomini o donne. Collettivi, installazioni, dibattiti, seminari, video, immagini, iniziative private: tutto è post-pornografia.

 

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OLTRE IL PORNO – In Italia ne parla la rivista femminista XXDonne. “Il contributo piú significativo al discorso postpornografico viene dall’ambito della perfomance. Da questo settore infatti provengono sia Lechedevirgen Trimegisto che Rocio Boliver, meglio conosciuta come Congelada de Uva”, scrive MalaPecora, blogger e autrice dell’articolo.

 

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“Il primo è creatore e direttore del gruppo artistico Grand Guiñol, opera nella cittá di Queretaro e si definisce pornoalchimista e criptozoologo del genere”, ovvero, artista-sociologo di nuovo tipo. “La seconda concentra la sua proposta artistica nella critica alla repressione della donna tipica della mentalitá messicana”: in che modo? Una vera metamorfosi, la sua: “Lo fa trasformandosi in una macchina iper-sessuata e mettendo in scena pornogrammi che spesso confondono corpo e scrittura”. E cosa è un pornogramma? Ad esempio, questa evocativa donna coperta di polipi. Il messaggio è potente.

DENUNCIA SOCIALE – La Fulminante è una donna colombiana, ci spiega Mala Pecora, che realizza dei video completamente nuda parlando dei grandi temi della disuguaglianza e dei problemi del mondo. Parlando in una lingua inventata: “Una comunicazione diretta che beffa la sua stessa semplicitá dall’interno: nei suoi video la Fulminante parla con una lingua inventata, che non esiste. È la lingua incomprensibile della donna oggetto che si reinventa come soggetto rivoluzionario”. Ci sono le Luddiste Sessuali, che muovono dal sogno di Ned Ludd, figura ai limiti del mitico dei primi anni del 1800 che voleva spaccare le macchine che stavano cambiando il mondo, la rivoluzione industriale. Come i luddisti prendevano i martelli e spaccavano gli ingranaggi, le luddiste sessuali vogliono infrangere il tradizionale concetto di sessualità. “Nell’attualità”, scrive Mala Pecora, “il progetto vive in molte forme, dal video alla performance, ma soprattutto nei laboratori, con proposte volte a fornire gli strumenti per quello che le Luddiste definiscono un reset di genere, ovvero l’hacking della programmazione che ci ha costruito culturalmente come uomini o donne”. Ma più dei testi parlano le immagini delle loro iniziative.

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