Perché a Catania si sono dimessi 100 presidenti di seggio su 330

06/11/2017 di Redazione

Sui social stanno tutti parlando della lentezza dello spoglio elettorale a Catania. In tanti parlano della sostituzione di circa un centinaio i presidenti di seggio, sui circa 330 nominati. Molti avanzano le pressioni della criminalità ma in realtà il motivo è più semplice: hanno rinunciato così tante per persone per via della paga lavorativa ritenuta troppo bassa.

A dispetto di quanto avanza il deputato M5S Manlio Di Stefano è questo il motivo per cui tanti hanno rinunciato all’incarico. Il 5 stelle in queste ore ha affermato: «Voci dicono che questo gesto sia legato a pressioni esercitate negli ultimi giorni. Questo dimostra che le richieste del M5S Di un monitoraggio dell’Osce erano fondate». In realtà le cose starebbero diversamente. Secondo quanto riporta La Sicilia le rinunce sono da collegare alla retribuzione per l’incarico ritenuta bassa. Nessun problema ai seggi che sono stati regolarmente istituti e aperti ma non è da escludere che la sostituzione con persone diverse sia alla base della lentezza delle operazioni di spoglio soprattutto a Catania.

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IL DIETROFRONT DEI PRESIDENTI DI SEGGIO: DIVERSI MOLLANO INCARICO PER VIA DELLA BASSA PAGA

I presidenti di seggio sono scelti dalla Corte d’Appello competente circa 30 giorni prima delle elezioni in un apposito registro in cui è possibile iscriversi gratuitamente. La richiesta va inoltrata al sindaco del proprio Comune ed è valida fino al permanere dei requisiti richiesti. Per essere presidente di seggio si devono avere i diritti politici, almeno un diploma di scuola superiore e non aver superato i 70 anni. I medici e gli appartenenti alle forze dell’ordine non possono esser presidenti di seggio. Il Presidente ha anche il compito di scegliere un segretario di seggio e nominare il vicepresidente tra gli scrutinatori. Ha il compito di sorvegliare sulla correttezza della tornata elettorale, dalla preparazione del seggio fino al conteggio dei voti espressi dai cittadini.

I compensi? Nelle elezioni amministrative il compenso è di 150 euro per il presidente e 120 per ogni scrutinatore e per il segretario. Per ogni scheda elettorale in più, fino a un massimo di 4, vanno aggiunti 37 euro per il presidente e 25 per segretari e scrutinatori. Per esempio- spiega la testata on line – se si vota per sindaco e per le circoscrizioni il compenso sarà di 187 euro per il presidente e 145 per ogni scrutatore e segretario. Anche nelle politiche, dove vi sono due schede per Camera e Senato, il compenso rimane invariato. Stavolta però la paga, essendoci una scheda sola, era più bassa.
Si parla di 130 euro per il presidente e 104 euro per gli scrutinatori e per il segretario. Ed è quindi questa la paga che sarebbe stata ritenuta troppo bassa dai circa 100 presidente di seggio catanesi che si sono dimessi alla vigilia della tornata elettorale. Con decine di euro in meno e almeno 30 ore di lavoro davanti (che potrebbero aumentare specialmente in Sicilia) in tanti hanno rinunciato.

Le operazioni di spoglio nel seggio del circolo didattico Pizzigoni di Catania, 6 novembre 2017. ANSA/ORIETTA SCARDINO

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