Perché la Cina non fa più guerra ai film con gli zombie

La Cina non censura più i film sugli zombie. Per anni il regime comunista aveva condotto una guerra nascosta contro i morti viventi. Una direttiva della censura emanata dal regime di Pechino prevede infatti il divieto di promozione di culti o superstizioni. I censori hanno di conseguenza vietato la distribuzione di film stranieri in cui c’erano protagonisti o storie con zombie, vampiri, lupi mannari, mummie, fantasmi e così via. Una politica di divieto perseguita con costanza negli ultimi anni, tanto che l’anno scorso il reboot di Ghostbusters non è stato programmato nei cinema cinesi. Anche il film coreano Train to Busan, che ha avuto un grande successo, è stato colpito dalla censura visto che raccontava di un’apocalisse di zombie. La pellicola sui morti viventi ha però avuto un enorme successo grazie ai download e ai siti di streaming. Quest’anno, però, come rimarca con ironia il Financial Times, i morti viventi stanno avendo la loro rivincita in Cina. Alcuni film come Resident Evil: The Final Chapter, Logan, oppure anche il nuovo capitolo dei Pirati dei Caraibi, dove sono protagonisti zombie o esseri morti che tornano in vita, sono proiettati con grande successo nelle sale cinesi. Il motivo è principalmente, anzi, unicamente, economico secondo il foglio finanziario inglese. Dopo anni di boom la crescita dei biglietti al botteghino si è drasticamente ridotta nel 2016.

LA GUERRA DELLA CINA AGLI ZOMBIE

Di conseguenza le autorità cinesi, timorose che nel 2017 la tendenza negativa potesse proseguire, hanno deciso di allentare la censura e permettere le produzioni americane horror o thriller che, pur essendo promotrici di un’iconografia vietata, attraggono molto pubblico. I film stranieri generano infatti maggior attenzione rispetto a un’industria domestica dove le nuove pellicole hanno dato risultati inferiori alle aspettative. Negli ultimi anni c’è stato un imponente flusso di capitali verso il cinema, dati gli spettacolari tassi di crescita. Molte industrie di settori maturi come quelli industriali hanno deciso di indirizzare parte delle loro attività nelle sale, nelle produzioni dei film o nella vendita dei biglietti. Risultati però non così confortanti hanno spinto la Cina a far pace con gli zombie. Un segnale che secondo il Financial Times evidenza come Pechino sia più interessata al buon andamento del mercato piuttosto che al rispetto delle sue regole di censura.

Foto copertina: Profilo Facebook di Pirati dei Caraibi

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