Perché ha chiuso Cronaca Qui Milano?

07/06/2012 di Maghdi Abo Abia

Un altro quotidiano se ne va. L’edizione milanese di Cronaca Qui, versione meneghina di quella che fu Torino Cronaca, oggi Cronaca Qui, chiude i battenti. Da ieri non è più in edicola.

NON SI VENDE PIU’ – La chiusura ha lasciato a piedi dieci giornalisti e molti collaboratori. La decisione è stata comunicata direttamente dal direttore Beppe Fossati attraverso una e-mail inviata a collaboratori e redattori. La motivazione? Sempre la solita: le vendite non sono sufficienti. I lettori sono troppo pochi, la nuova norma sui sussidi all’editoria prevede che i contributi arrivino in base alle copie vendute e non a quelle stampate e la raccolta pubblicitaria è assolutamente insoddisfacente.

I SOGNI – Brutta fine quindi per un quotidiano il cui arrivo sotto la madunina nel 2007 aveva lasciato sperare in una boccata d’aria fresca visto la condizione asfittica della cronaca locale. All’epoca Fossati, insieme all’editore Massimo Massano ed Editoriale Argo si aspettavano che a regime la versione milanese di Cronaca Qui avrebbe raggiunto 270 mila lettori con una vendita di 88 mila copie giornaliere. Ad aiutare l’acquisto il costo esiguo di ogni copia, 20 centesimi per un quotidiano a colori di formato tabloid con una foliazione che andava da 32 a 48 pagine.

GIORNALE DI DENUNCIA – Cronaca Qui Milano avrebbe mantenuto la sua forma di giornale “di denuncia” con una certa attenzione alla cronaca locale. Lo stile doveva essere graffiante, provocatorio, irriverente, indipendente. Avrebbe dovuto denunciare scandali, sprechi e inefficenze segnalando nel frattempo le scariche elettriche “positive” che attraversano la comunità locale. Attraverso questo stile quindi l’obiettivo era quello di accogliere lettori puntando al senso di appartenenza, all’attenzione per la notizia “vicina” con uno sguardo particolare ai fatti e alle curiosità cittadine coinvolgendo i lettori nell’attività di redazione.

PER I CITTADINI – Invece, relativamente agli inserzionisti, veniva offerto un target trasversale, non solo anziani quindi, la frequenza dell’uscita in edicola, di cinque giorni alla settimana, dal martedì al sabato, un’ampia visibilità, la vicinanza al territorio e il rapporto assiduo dei lettori con la testata. Il prezzo era di venti centesimi mentre le sezioni della versione lombarda prevedevano spazio per il territorio locale, cronaca bianca, nera, giudiziaria, rosa, spettacoli e sport, rubriche di cronaca, inchieste, quartieri cittadini, comuni locali, sport e tempo libero.

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