Per Putin la Nato «è peggio dell’Isis»

02/01/2016 di Redazione

Oggi il Messaggero parla della Strategia di sicurezza nazionale del Cremlino con un documento pubblicato poche ore prima di Capodanno. Un report dove la Nato è al centro delle attenzioni russe.

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L’adesione o l’avvicinamento di alcuni Paesi europei alla Nato hanno ulteriormente evidenziato lo scontro tra Mosca e Bruxelles. Nel 2009 l’Albania e la Croazia sono entrate a pieno titolo nell’Alleanza atlantica, mentre nel 2011 Bosnia, Georgia, Macedonia e Montenegro hanno ricevuto il titolo di “Stati aspiranti”. Ma non solo: per la rabbia dei russi, Podgorica ha avuto qualche settimana fa il via libera per diventare il ventinovesimo Stato dell’organizzazione militare occidentale.

Stando alla nuova Strategia di Mosca, aggiornata ogni sei anni, l’allargamento della Nato avviene «in violazione del diritto internazionale».
Le cosiddette “rivoluzioni colorate”, appoggiate da americani ed occidentali nello spazio ex sovietico, mirano a sovvertire l’ordine costituito. Un esempio è stato il sostegno al «colpo di Stato anticostituzionale in Ucraina». «Nelle regioni vicine alla Russia – è stato scritto – si sviluppano processi di militarizzazione e di corsa agli armamenti».
Ma a cosa ci si riferisca non è chiaro. Mosca, viene aggiunto nel documento, «ha dimostrato la capacità di garantire la propria sovranità, l’indipendenza statale, l’integrità territoriale, la difesa dei diritti dei connazionali all’estero». Come si evitano i conflitti armati? La risposta fornita è semplice: con il mantenimento del deterrente nucleare.

(in copertina foto SERGEI ILNITSKY/AFP/Getty Images)

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