Foto delle torture, il Pentagono diffonde solo 198 su oltre 1900 immagini

08/02/2016 di Redazione

Pentagono foto torture

il ministero della Difesa degli Stati Uniti ha diffuso 198 foto che riguardano le torture subite dai prigionieri dell’esercito americano nel 2004. Sono però oltre 1900 le altre immagini che non sono state rivelate al pubblico.

PENTAGONO FOTO TORTURE USA

Dopo una battaglia giuridica durata oltre 10 anni il Pentagono ha pubblicato le foto delle torture compiute dall’esercito americano. L’American Civil Liberties Union, ACLU, una delle associazioni liberal più importante degli Stati Uniti, è riuscita a far compiere al ministero della Difesa un atto mai fatto finora. L’amministrazione presidenziale, sia sotto George W Bush che sotto Barack Obama, si era sempre opposta alla pubblicazione delle immagine relative alle torture perchè avrebbero messo a rischio le truppe americane impegnate su scenari militari esteri.

 

Barack Obama aveva però segnalato la sua volontà di rispettare l’eventuale pronuncia della magistratura in merito, arrivata a fine 2015 per sentenza emessa da un giudice federale. Il Pentagono ha rispettato l’esito della causa intentata dall’ACLU nei suoi confronti, ma ha rispettato solo parzialmente la sentenza. Sono state infatti pubblicate solo 198 delle oltre 2 mila foto che testimoniano le torture subite dai prigionieri degli americani nel 2004, quando l’esercito USA combatteva la guerra al terrorismo in Iraq e Afghanistan.

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Nelle immagini si notano ferite, tagli e botte subite dai prigionieri, i cui volti e tratti somatici principali sono però sfumati per non renderli riconoscibili. Mancano però le fotografie più cruente delle torture, descritte dalla lettera inviata dall’allora Solicitor General Elena Kagan a un corte federale. La futura giudice della Corte Suprema aveva citato immagini in cui ai prigionieri erano puntati fucili o pistole alla testa, così come scope infilate nell’ano. Queste foto sono state giudicate troppo sensibili per la loro diffusione, e in questo momento la pagina del sito del Pentagono che ospita le immagini pubblicate non è raggiungibile.

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