Il pedofilo sieropositivo che infettava i ragazzini conosciuti in chat

16/01/2016 di Redazione

Sapeva di essere sieropositivo e appunto per questo obbligava ragazzini adescati in chat a rapporti non protetti, per vendicarsi di colui che, anni addietro, lo aveva contagiato con il virus dell’HIV. Una storia tremenda accaduta a Collebeato, nel bresciano, riportata da Wilma Petenzi sul Corriere della Sera:

Ha incontrato decine e decine di ragazzi proprio con l’obiettivo di infettarli. Voleva diffondere il virus che anche lui aveva preso anni fa durante un rapporto occasionale, fidandosi di uno sconosciuto che gli aveva garantito di essere assolutamente sano. Ma così non era e la malattia, con il trascorrere del tempo, lo ha incattivito e gli ha fatto meditare la vendetta: voleva che altri soffrissero come lui.

PEDOFILO SIEROPOSITIVO ARRESTATO A COLLEBEATO

L’uomo, un 55enne con problemi psichici, è stato arrestato dalla polizia di Montichiari e accusato di prostituzione minorile e tentate lesioni. Le sue vittime avrebbero tra i 15 e i 24 anni, ed è ancora presto per capire se hanno contratto a loro volta il virus:

Pare che l’uomo non abbia avuto difficoltà a confidare che voleva vendicarsi per quello che gli era capitato, contagiando i ragazzi — quasi tutti minorenni e per la maggior parte bresciani — che rispondevano ai suoi annunci ed erano disponibili in cambio di denaro, prestazioni che oscillavano tra i 20 e i 50 euro. L’attività di contagio organizzata metodicamente dall’uomo andava avanti da mesi. La Procura, appena scoperte le condizioni di salute dell’indagato, ha chiesto e ottenuto la misura di custodia. La possibilità di ampliare ulteriormente il possibile contagio è stata subito stoppata. E sono iniziate velocemente le indagini per cercare di risalire ai giovani che hanno avuto rapporti con l’untore.
Gli inquirenti finora ne hanno rintracciato una decina: sono tutti giovani, hanno tra i 15 e i 24 anni, tutti disposti a vendersi per qualche decina di euro. […] Il racconto delle vittime è identico: «Pagava di più per un rapporto non protetto, giurava di non essere malato. E gli abbiamo creduto».

 

(Photocredit copertina: Thinkstock)

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