Pd, stretta sulle primarie. Al Nazareno non sono più un dogma

Tra i vertici e parlamentari Pd se ne discute da mesi. C’è un partito da ripensare. Nelle forme, nello statuto, nei regolamenti. A partire dal nodo primarie, lo strumento con il quale si è fondato il Pd stesso. Con i gazebo Renzi è stato spinto fino alla segreteria, ora però dai vertici puntano a cambiare le regole. Ma in quale direzione? Come svela il quotidiano “La Repubblica“, per i segretari regionali dovrebbero votare solo gli iscritti. Al contrario, per quelle nazionali si pensa a un albo degli elettori. C’è poi il nodo delle primarie di coalizione, anche nelle amministrative: l’idea è quella di vincolare la partecipazione a un solo esponente Pd.

Ma non solo. C’è anche la questione dei voti di fiducia e del senso di appartenenza al gruppo da rispettare. Perché Renzi già in passato ha gradito poco il dissenso, soprattutto a Palazzo Madama, dopo i passaggi considerati vincolanti in Direzione e nelle riunioni dei gruppi.

pd roma

PD, NODO PRIMARIE. CAMBIANO LE REGOLE  –

Ma a dividere il partito, con la minoranza Pd già in allerta, è soprattutto il dibattito sui gazebo. In vista delle prossime amministrative, al Nazareno non considerano più le primarie un dogma: «A Roma probabilmente le faremo, mentre a Milano vedremo», ha replicato a Porta a Porta il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Per poi aggiungere: «Credo che si debba scegliere a secondo delle situazioni. Le primarie non sono un obbligo». Ma il Pd pensa a rivedere in generale le regole dello strumento. Scrive “La Repubblica”:

«Il primo segnale è arrivato ieri con una lettera inviata dal vicesegretario Lorenzo Guerini a presidenti e segretari dell’assemblea del partito di Puglia, Liguria e Veneto. Sono le regioni in cui – per diversi motivi – era previsto un avvicendamento ai vertici. Nelle prossime settimane dovevano tenersi dei congressi che sono ora rimandati alla primavera 2016, in attesa che le cose cambino, e che tutti possano adeguarsi. «Attualmente i segretari regionali e le relative assemblee si eleggono nello stesso modo in cui si eleggono il segretario e l’assemblea nazionale – scrive Guerini- quindi, onde evitare che si possa eleggere un segretario regionale con regole che si dovessero rivelare superate dopo breve tempo, e soprattutto per evitare che segretari e assemblee possano essere eletti con regole difformi da regione a regione, viene stabilito che l’elezione dei segretari regionali e le relative assemblee della Liguria, della Puglia, del Veneto, e di tutte quelle regioni che dovessero eventualmente trovarsi nella medesima condizione avverrà in un arco temporale compreso tra il primo marzo e il 31maggio 2016».

Tradotto, ci saranno più di cinque mesi di pausa, in attesa delle nuove regole. A gennaio è prevista l’assemblea nazionale del partito. E anche in questo caso l’idea è di modificare il regolamento per far votare i soli iscritti per l’elezione dei segretari regionali. Eppure le proteste non mancano. A partire da quelle del governatore della Puglia Michele Emiliano (che dovrà lasciare la poltrona di segretario pugliese)

PD DIVISO SUI GAZEBO –

Le polemiche sui gazebo non sono una novità. Già negli scorsi mesi il caso-Paita (con le irregolarità denunciate da Cofferati, che ha abbondato il Pd, e la sconfitta della candidata alle elezioni) e quello Venezia (vinte dal dissidente Casson, poi sconfitto al secondo turno da Brugnaro) avevano spaccato il Pd:

«Per ora, la sconfessione dello strumento che ha portato lo stesso Matteo Renzi alla guida del partito dovrebbe avvenire con nuovi accorgimenti: a parte quello che riguarda i segretari regionali, alle prossime primarie per il segretario nazionale e a quelle per scegliere i candidati sindaci si vuole introdurre un “albo degli elettori” (che dovrebbe partire già alle prossime comunali a Roma, Milano e Napoli). Non proprio una chiusura ai soli iscritti, ma un restringimento del campo che – in altri tempi – i renziani non avrebbero mai avallato. Un’altra regola riguarderebbe le primarie di coalizione, alle quali si pensa di far correre a un solo candidato del Pd», si legge.

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