Elezioni Milano 2016, Patrizia Bedori (M5S): «L’ombra dei poteri forti sulle Comunali»

«Milano è una città complessa», dice il candidato sindaco del M5S Patrizia Bedori. La donna che per i pentastellati ha il compito di espugnare la roccaforte di Pisapia nelle elezioni 2016 evoca i “poteri forti“: sarebbero quelli ad aver messo in giro «le tensioni intorno alla sua candidatura». Tradotto, per la candidata non ci sarebbe il guru del M5S, Gianroberto Casaleggio, dietro le voci sul suo conto. Il tutto viene chiarito in un’intervista in cui, spiega il Corriere della Sera, il candidato sindaco si fa trovare «attorniata da altre quattro persone: un consigliere regionale, due addetti stampa e un uomo del suo staff»

PATRIZIA BEDORI:  «L’OMBRA DEI POTERI FORTI SULLE ELEZIONI MILANO 2016»

Sul Corriere della Sera viene intervistata la candidata sindaco del M5S per Milano.

«Vuole sapere cosa mi ha detto Casaleggio?».

Certo, perché sì è parlato di un suo possibile ritiro.
«A me Casaleggio non ha chiesto alcun passo indietro. Questa è una voce che è rimbalzata da Roma, ma mi risulta che Di Battista abbia escluso di aver sollevato la questione».
E allora come si spiega l’esplosione del caso?
«Forse perché in questi primi mesi di campagna elettorale non ho avuto molta visibilità. Ma ripeto: nessuno mi ha chiesto di ritirarmi. Questo, per quanto mi riguarda, è un caso tutto mediatico. Mi dica lei se ha notizie diverse».
Lo stiamo scrivendo da giorni. Ma lei avverte attorno a sé un clima di fiducia?
«Tutti quelli che incontro mi incoraggiano e mi esprimono il loro appoggio».
E dal gruppo dirigente ha ricevuto manifestazioni di sostegno?
«Ma quale gruppo dirigente? Noi non ragioniamo così. Dovete mettervi in testa che questo movimento punta al cambiamento, noi abbiamo una credibilità che altri non possono permettersi. Io dico sin da ora che se non dovessi essere eletta sindaco, sarò comunque in consiglio comunale. Dove saranno Passera, Sala e Balzani? A proposito, mi lasci dire: Balzani chi?».

 

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Ma lei si aspettava di incontrare una tensione attorno alla sua candidatura?
«Certo, mi aspettavo attacchi da destra e da sinistra, perché Milano è una città complessa e perché in campo ci sono i poteri forti».
Lei sa che in passato si tiravano in ballo i poteri forti quando per evitare di affrontare le questioni? A quali poteri si riferisce?
«Be’ guardate le storie personali degli altri candidati e ditemi voi se non capisce chi hanno alle spalle».
Si è parlato dell’ipotesi di affiancarle il più votato tra i candidati per il consiglio comunale per rinforzare al sua campagna elettorale. È vero?
«Uno solo? Io mi auguro che me ne affianchino dieci. Lo so che fate fatica a capirlo, ma la nostra è una vera rivoluzione culturale, non siamo qui per le poltrone ma per fare l’interesse dei cittadini. E dopo due mandati ci fermiamo e mettiamo la nostra esperienza a disposizione dei nuovi eletti».
Dario Fo ha detto chiaramente di esser preoccupato per la sua candidatura.
«L’ho chiamato e ci vedremo. Comunque si ricordi anche della seconda metà della sua frase: “Magari rimarremo tutti di stucco”, ha detto».
Si è posta un obiettivo minimo per queste elezioni?
«Io sono candidata sindaco di Milano. A livello nazionale, per queste amministrative il movimento punta al raddoppio. Qui si parte dal 3 per cento dei consensi, ma io vorrei andare ben oltre il doppio».
Il suo programma?
«Lo stiamo mettendo a punto proprio in queste ore. Gli altri hanno aperto il libro dei sogni, dopo che per cinque anni non hanno realizzato quello che ora promettono. Io sono realista. Quindi ambiente, mobilità, sicurezza, partendo dalla nostra credibilità».

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