Pasquale Squitieri è morto

Pasquale Squitieri è morto all’età di 78 anni. Il regista, nato a Napoli nel 1938, è scomparso a Roma vicino ai suoi cari all’ospedale Villa San Pietro di Roma. Squitieri era ricoverato da tempo al nosocomio, ed è stato assistito nei suoi ultimi giorni dalla figlia Claudia, dalla seconda moglie Ottavia Fusco e dal fratello Nicola. Domani sarà allestita la camera ardente. Pasquale Squitieri ha avuto una carriera cinematografica e artistica durata diversi decenni. Ha esordito con Io e Dio, prodotto da Vittorio, nel 1969, e nei primi anni da regista si è dedicato al genere spaghetti western. Nella fase successiva del suo percorso artistico Squitieri si è dedicato a film di impegno sociale come L’ambizioso (1975), Il prefetto di ferro (1977) e Corleone (1978) , che riguardano i contatti tra mafia e politica; Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene (1974) e Atto di dolore (1990) hanno come tema la droga; Gli invisibili (1988) il terrorismo; L’avvocato de Gregorio (2003) le cosiddette “morti bianche” ; Razza selvaggia (1980) e Il colore dell’odio (1990) di dedicano invece all’argomento dell’immigrazione. Tra i film stoico politici anche I guappi (1973), Claretta (1984) e Li chiamarono… briganti! (1999), film sul brigantaggio successivo all’Unità d’Italia che racconta la storia del suo maggior rappresentante Carmine Crocco. Quest’ultima è probabilmente la sua opera più discussa, tanto da essere immediatamente ritirata dalle sale cinematografiche in circostanze mai chiarite: secondo alcuni per l’insuccesso al botteghino, per altri perché boicottata e tacciata di revisionismo. Pasquale Squitieri, negli anni settanta vicino a Lotta Continua, negli anni novanta è entrato in politica, eletto senatore nelle file di Alleanza Nazionale. Nel 1996 non fu rieletto, ma da allora è rimasto vicino alle forze del centrodestra, schierandosi più volte a favore dei candidati proposti da questi partiti. Squitieri è stato protagonista delle cronache rosa per la sua relazione con l’attrice Claudia Cardinale, da lui più volte diretta nei suoi film.

Foto: Ansa/ Mario De Renzis

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