Amnesty: “Reato di tortura, il nuovo testo è incompatibile con la Convenzione delle Nazioni Unite”

Il reato di tortura non vede la luce e secondo Amnesty International il cammino della legge in parlamento sarebbe stato sabotato al punto che ora la proposta di legge è diventato incompatibile con la Convenzione contro la Tortura siglata dal nostro paese.

iene militari italiani che torturano 2

LA DENUNCIA DI AMNESTY: HANNO AFFOSSATO DI NUOVO LA LEGGE CONTRO LA TORTURA   –

Il presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi ha pubblicato oggi questa dichiarazione:

«Si è materializzato lo scenario peggiore. Si è scelto di modificare il testo approvato alla Camera, rendendo necessario un altro passaggio parlamentare e dunque difficile l’approvazione di una legge prima della fine della legislatura.

E ciò è avvenuto allo scopo non di migliorare ma di peggiorare notevolmente il testo in discussione che, così com’è, è incompatibile con la Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite che l’Italia, in quanto stato parte, ha l’obbligo giuridico di rispettare.

La riproposizione del famigerato emendamento che prevede la “reiterazione” quale condizione di esistenza della tortura è solo una delle modifiche peggiorative introdotte le quali, considerate nel loro complesso, fanno venire meno la fiducia nella reale volontà delle forze politiche presenti in Parlamento di porre fine a questa grave anomalia italiana in tema di diritti umani».

IL SABOTAGGIO DELLA LEGGE SULLA TORTURA –

Tradotto in parole povere questo significa che il robusto fronte che in parlamento s’oppone alla ricezione obbligatoria della Convenzione, siglata ormai 25 anni fa, ha messo la legge su un binario morto, assicurandosi per di più che se mai dovesse arrivare ad essere approvata, ne uscirebbe una legge incompatibile con la stessa Convenzione, sia perché rifiuta di riconoscere il reato di tortura come un reato qualificato dall’essere l’agente un pubblico ufficiale, sia perché la definizione di tortura punibile ora rende quasi impossibile perseguire alcuno.

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UNA RESISTENZA BIPARTISAN –

Il caso del requisito della «reiterazione» è in questo caso esemplare e trasforma la tortura in un reato solo se si ripete. Se un pubblico ufficiale tortura un detenuto una volta sola non è tortura, che sarebbe come dire che un assassino commette un omicidio solo quando uccide una seconda vittima, mentre per la prima può essere imputato solo di reati minori quali lesioni etc. Il destino triste della legge sulla tortura è imputabile alla maggioranza come all’opposizione di destra, che è tanto ostile al provvedimento quanto si è mostrata favorevole alle botte e alla tortura negli anni. Responsabilità pesanti ricadono sul Partito Democratico, che sul tema si è spento ancora di più da quando si è alleato con l’NCD di Alfano, ma anche sulle altre forze che negli ultimi 25 anni hanno sempre trovato di meglio da fare nonostante, il nostro paese si sia impegnato a recepire la convenzione con la firma di un trattato internazionale.

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