Parigi: i nipoti dell’emigrante italiano uccisi mentre cucinavano per i Vip

Livio, emigrante italiano, aveva fondato il suo ristornate a Parigi. A seguirlo i suoi due nipoti. Il locale è diventato famoso, seguito da molte star. Ora però i suoi due giovani chef, Pierre e Stephan non ci sono più, uccisi dalla follia stragista al Bataclan. Uno da poco si era sposato ed era diventato papà. L’altro faceva surf e paracadutismo. La storia la racconta Stefano Montefiori sul Corriere della Sera:

I loro nipoti Pierre Innocenti e Stéphane Albertini, cugini e soci nel ristorante «chez Livio», sono caduti venerdì 13 dicembre. Vittime di un altro fascismo, quello dei terroristi islamici.
«Chez Livio» è un’istituzione di Parigi e del suo «XXI arrondissement», come si dice, cioè il comune di Neuilly-sur-Seine (i veri arrondissement di Parigi sono 20). Livio Innocenti rilevò la pizzeria nel 1963, in una stradina del sobborgo della capitale, e poco a poco quel locale senza pretese è diventato il ristorante delle famiglie e delle celebrità, per quanto possa sembrare un binomio incongruo.
Da quattro anni al comando di «Livio» c’erano i nipoti Pierre Innocenti e suo cugino Stéphane Albertini, che hanno mantenuto la tradizione del ristorante: si va da Livio per la pizza, l’ossobuco, gli scampi fritti e il carpaccio, ma anche per quell’idea di «atmosfera famigliare» che i francesi amano associare all’Italia. Da Livio hanno mangiato spesso Brigitte Bardot, Nicolas Sarkozy e più di recente Zlatan Ibrahimovic assieme agli altri campioni del Paris Saint Germain, come il portiere italiano Salvatore Sirigu, che era diventato amico di Pierre e Stéphane. Accanto a loro, famiglie normali, trattate con gli stessi riguardi delle star.

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Il ricordo dei clienti sulla pagina Fb del ristorante
Il ricordo dei clienti sulla pagina Fb del ristorante

E ora – riporta il Corriere – accanto alla porta del ristorante capeggiano i disegni di bambini e lettere, per esempio di Raphaël, un dipendente che ha voluto scrivere un omaggio ai suoi capi: «Pierre, Steph… Non ho mai lavorato così volentieri per qualcuno. Senso dell’umorismo, cultura e amore del lavoro fatto bene. Ma sempre con un atteggiamento rock ’n’ roll».

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