Papa Francesco vuole aprire gli archivi di Pio XII sulla Shoah

Nell’operazione trasparenza voluta da Papa Francesco in Vaticano rientra anche l’apertura in tempi possibilmente brevi degli archivi segreti della Santa Sede relativi al periodo della Shoah, in particolare per far luce sull’operato della Chiesa e di Pio XII. E’ quanto ha rivelato al Sunday Times Abraham Skorka, rettore del Seminario rabbinico di Buenos Aires e da tempo amico di Jorge Bergoglio.

PAPA FRANCESCO E GLI ARCHIVI DI PIO XII SULLA SHOAH – “Credo che aprira’ gli archivi – ha dichiarato oggi, dopo aver incontrato venerdi’ scorso il Papa – la questione e’ molto delicata e dobbiamo continuare ad analizzarla”. In realta’ sono anni che il Vaticano sta lavorando per rendere disponibili le carte su papa Pacelli, come aveva annunciato gia’ nel 2010 il prefetto dell’Archivio segreto vaticano, mons. Sergio Pagano, che parlo’ di una possibile apertura nell’arco di 5 anni. E come ha confermato oggi anche padre Federico Lombardi. D’altronde le pressioni sulla figura di Pio XII sono da sempre tantissime: una parte degli storici lo ha messo sotto accusa per i suoi silenzi sulla Shoah e soprattutto sulla deportazione degli ebrei romani del 16 ottobre 1943. Ma Pacelli viene, invece, difeso da chi ricorda come chiese e conventi, dietro indicazione proprio del Vaticano, salvarono migliaia di ebrei dai campi di sterminio. Ma pressioni per la divulgazione delle carte riservate sono venute piu’ volte in particolare da Israele. Ed e’ possibile che richieste in tal senso vengano fatte a Bergoglio nel suo viaggio in Terra Santa in programma dal 24 al 26 maggio, con tappa prevista anche allo Yad Vashem. Ma il Vaticano gia’ sta lavorando, ribadisce il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi: “Mi sembra che non ci sia nessuna particolare novita’. L’orientamento all’apertura degli archivi vaticani, man mano, e dei diversi fondi riguardanti il pontificato di Pio XII ancora chiusi, e’ seguito da decenni dalla Santa Sede e piu’ volte ribadito”.

IN PROGRAMMA DA ANNI – “L’apertura, che e’ in programma da anni – ha aggiunto padre Lombardi – richiede pero’ tempi tecnici per il lavoro di ordinamento dei documenti, prima di permetterne la consultazione. Gli archivi, insomma, dovrebbero essere aperti una volta che, completato l’ordinamento, siano effettivamente consultabili”. Sempre secondo il rabbino Skorka, Papa Francesco vorrebbe arrivare alla pubblicazione delle carte riservato prima di proseguire nel processo di canonizzazione di Pio XII, al fine di chiarire del tutto la sua posizione negli anni dello sterminio ebraico.

IL DESIDERIO DI VERITA’ – Bergoglio aveva affermato questo suo desiderio di verita’ gia’ nel 2010, quando era ancora cardinale, nel libro “Il cielo e la terra”, scritto a quattro mani proprio con Skorka, affermando che la Chiesa, aprendo gli archivi, non deve aver paura della verita’, che e’ l’unico fine. Che pero’ le aspettative sui documenti “riservati” possano andare deluse era l’avvertimento fatto da mons. Pagano qualche tempo fa: “non porteranno grandi rivoluzioni. Quello che qui e’ chiuso, in Germania o al ministero degli Esteri francese e’ gia’ aperto: chi conosce bene gli archivi sa che possono rivelare cose molto parziali, rifiniture o riletture”. E mons. Pagano aggiunse che “molti documenti che preciserebbero meglio il presunto silenzio” di Pio XII “sono gia’ editi ma nessuno li legge”. In ogni caso si tratta di un “lavoro duro. Sono milioni e milioni di fogli da vedere, numerare, protocollare. Ma e’ anche un lavoro interessante”. (ANSA)

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