Pagelle prima serata Sanremo 2016: promossi a pieni voti Rocco Hunt e la Raffaele, malissimo Garko

Le pagelle, i voti e i giudizi della prima serata del Festival di Sanremo 2016: i migliori e i peggiori del 9 febbraio 2016

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SECONDA SERATA SANREMO 2016

Virginia Raffaele 10: Riscatta i due compagni di avventura, Gabriel Garko e Madalina Ghenea. Superlativa. L’imitazione della Ferilli magari non è perfetta tecnicamente, ma i testi sono sorprendenti per Sanremo. Prima tira in ballo il ministro Boschi (“ti manca solo la Boschi e poi hai fatto bingo” dice ad un Carlo Conti che sembra sudare freddo), poi sfiora il greve con gli stornelli romani, e regala una frecciata alla cicuta a Monica Bellucci che manda in visibilio la sala stampa e ai rovi le apparizioni hollywoodiane della ex moglie di Vincent Cassel.

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Rocco Hunt 9: fa andare in visibilio la sala stampa (che va detto, si è scatenata anche su Fiumi di parole dei Jalisse, quindi forse non fa testo). Ma soprattutto con la sua anglopartenopea Wake Up dà una svegliata a un Festival che ispirava narcolessia. Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette e i ritmi ancora grezzi, ma ha cazzimma, buoni testi e capacità di entrarti dentro l’orecchio.

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Noemi 8: premio simpatia e impegno. Pazienza se il suo abito ha la più brutta scollatura della moda occidentale. Pazienza pure se La borsa di una donna è bruttina. Quei nastri sul microfono ci dicono che ha una bella testa sotto quei capelli rossi e che ha cuore. E che ha humor quando raccoglie la sfida dei the Jackal sul modello delle zingarate della Gialappa’s.

Morgan, Arisa, Gaetano Curreri e Enrico Ruggeri 7: sul palco Morgan va ancora meglio che sullo skate, diciamolo. E’ l’unico che riesce a prendere complimenti senza cantare, di fatto. Eh già, perché la voce non c’è, ma la canzone sì. Lo stesso vale per Gaetano Curreri. Meglio loro due, vecchi combattenti, che quelli che, come Noemi e Fragola, si portano la voce ma dimenticano il pezzo. Quella di lei ha un testo mediocre, quella di lui neanche si capisce (prossima volta, sottotitoli) e, ahilui, stecca. Arisa e Enrico Ruggeri ci ricordano che a Sanremo ci sono anche i professionisti della rassegna. Quelli che magari non vincono, ma non la sbagliano mai.
Arisa ha vinto come giovane con Sincerità, poi l’ha pure condotto. Ruggeri ha fatto tutto: ci è venuto con i Decibel, lo ha vinto con Morandi e Tozzi, poi da solo con Mistero, forse con l’unica canzone rock dei 66 Sanremo. Li senti e non ti viene voglia di prenderli in giro su Twitter. Li ascolti con attenzione. Canzoni diesel: l’impressione è che il voto salirà da qui a sabato.

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Sandro Piccinini 6: la sciabolata morbida la piazza su Twitter. Dopo che Paolo Cannavaro ha definito con espressioni colorite l’idea di sovrapporre la finale della rassegna canora al big match Juventus-Napoli, lui si dichiara non preoccupato. E coinvolge anche Caressa. Non troppo elegante ma bella la battuta. Pure politicamente scorretta. Ma se l’ha fatta, vuol dire che oggi era davanti alla tv. A vedere Sanremo. Autogol?

Aldo, Giovanni e Giacomo 5: vengono gratis (hanno dato il compenso in beneficienza) e allora offrono usato sicuro. In fondo anche Elton John ha riciclato le sue hit. Per non parlare di Laura Pausini che ancora sta cercando Marco. Un po’ di impegno più non avrebbe guastato e forse per il torso nudo… non hanno più l’età.

Scenetta cinema 4: bellissime Kasia Smutniak e Anna Foglietta. Bravissima quest’ultima a cantare. Sono brave attrici e capaci di improvvisare alla grande. Peccato che avere come spalla Carlo Conti è una prova troppo dura anche per un premio Oscar. E se in più lo sketch che ti scrivono fa acqua da tutte le parti… c’è poco da fare. Ma voi fate finta di niente, perché il film che pubblicizzavano, Perfetti sconosciuti, pare sia un vero gioiello.

Marta e Gianluca 3: voto di stima. Ovvero i coniugi Salamoia. Forse serviva qualcuno che non facesse sentire Gabriel Garko il peggiore in tutto il teatro.

Garko 2: in conferenza stampa si era autodefinito un “Sex Symbol”. Questa prima serata dell’Ariston lo consacra a “valletto impacciato“. Non riesce neanche a leggere il gobbo, neanche con gli occhiali. Arisa lo scorso anno, anche nei suoi momenti più naif, era sembrata più presente a se stessa. In sala stampa dicono anche che ha sbagliato il colore del capello, sembrava Massimo Oddo con la pettinatura e la tinta di Renato Zero. Forse Mediaset lo ha mandato in Rai con il tentativo di sabotare il Festival. Tentativo quasi riuscito. Una Caporetto.

Carlo Conti 1: ci sono tante cose che non sa fare. E non le sa fare così bene che fa sentire a proprio agio tutti. Va detto che non le sa fare con grande naturalezza. Ma con gli ospiti internazionali dà il meglio: là dimostra che come non intervista lui non intervista nessuno. Non a caso è il campione d’atletica centenario (e noi infatti 100 gli diamo, al nonno sprint, un portento anche di carisma comunicativo) che dà il meglio con lui. Perché non lo fa parlare.

Trucco e parrucco Ghenea 0: Madalina è troppo bella. Così fino alla fine, in cui lo stilista decide di tirar fuori un vestito degno di lei e non il costume di Naoto Date, l’Uomo Tigre, prova a dimostrare che truccandola e pettinandola male persino lei può sembrare bruttina. Un atto eroico, ha salvato un popolo intero dalla cecità.

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