Omicidio di Vincenzo Amendola: i killer, il selfie e il bacio in bocca

23/02/2016 di Redazione

Un bacio sulla bocca prima di sparare. Un selfie con le mani insanguinate dopo l’uccisione. Sono questi alcuni dei particolari inquietanti dell’omicidio di Vincenzo Amendola, il 18enne scomparso ad inizio febbraio dal quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio e poi ritrovato sepolto in un podere agricolo della zona. A quanto emerge dalle indagini, il giovane sarebbe stato ucciso per essersi vantato di una relazione con la moglie di uno dei boss della camorra che gestiscono traffico di droga ed estorsione nella zona.

 

Gli studenti che si fanno i selfie davanti alla fossa dove è stato trovato Vincenzo Amendola

 

VINCENZO AMENDOLA, IL BACIO

A rivelare il particolare del bacio è stato il pregiudicato 23enne Gaetano Nunziato, che si è pentito di aver partecipato all’uccisione e che ha offerto agli inquirenti informazioni utili per risalire a mandanti e esecutori. Lo racconta Giuseppe Crimaldi sul Mattino di Napoli:

Gaetano Nunziato rivela un altro particolare agghiacciante: uno dei due assassini lo avvicinò e gli diede un bacio sulla bocca – come fanno i mafiosi e i camorristi – dicendogli: «Quello (Amendola, ndr) se ne deve andare». Quel gesto terrorizzò lo stesso Nunziato, che da quel momento temette di essere egli stesso l’obiettivo della missione di morte»

VINCENZO AMENDOLA, IL SELFIE

Protagonisti del selfie postato su Facebook, invece, i tre componenti del gruppo di fuoco. Scrive ancora Crimaldi sul Mattino:

I tre iniziano a seppellire il cadavere nella buca scavata in precedenza. «Mentre ciò accadeva io iniziai a piangere – confessa Nunziato – e allora (…) mi disse di smetterla, che poi tutto sarebbe passato e che a quel punto io ero uno di loro, uno del clan. Ora bisogna sbarazzarsi della pistola, e così il gruppetto si dirige verso il litorale di San Giovanni, ed è lì che gettano la calibro 9 in mare. Pochi minuti dopo i tre scattano anche un selfie, e postano la foto sul profilo Facebook di Nunziato.

(Foto di copertina: ANSA / CIRO FUSCO)

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