Omicidio Melania Rea, Salvatore Parolisi condannato in via definitiva a 20 anni

14/06/2016 di Redazione

Salvatore Parolisi, il militare accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea in un bosco del teramano dove la donna era scomparsa l’11 aprile del 2011, è stato condannato in via definitiva a 20 anni di carcere. La Cassazione ha confermato la condanna precedentemente inflitta. Il ricorso di Parolisi contro la condanna ridotta nel processo di appello bis è stato «rigettato», ed è stato dunque convalidato quanto deciso dalla Corte di Assise di Perugia, nel secondo processo d’appello, con la sentenza emessa il 27 maggio 2015.

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SALVATORE PAROLISI, CONDANNA DEFINITIVA A 20 ANNI

La Suprema Corte si è occupata della morte di Melania per due volte. In precedenza la Cassazione aveva nutrito dubbi sulla configurazione dell’aggravante della crudeltà, e l’appello bis aveva aderito a questa impostazione riducendo la condanna di Parolisi da trenta a 20 anni di carcere. L’uomo aveva deciso di uccidere la moglie perché aveva un’altra relazione. La figlioletta di Melania Rea e Salvatore Parolisi, detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, è stata affidata ai nonni materni.

SALVATORE PAROLISI, POSSIBILE RICORSO ALLA CORTE EUROPEA

La vicenda non sembra tuttavia chiusa definitivamente. Gli avvocati di Parolisi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, all’Ansa hanno annunciato ieri l’intenzione di presentare ricorso alla Corte europea di Strasburgo per verificare se il loro assistito «abbia subito un giusto processo». L’ex caporalmaggiore dell’esercito continua a proclamarsi estraneo al delitto. Per Biscotti e Gentile, legali del foro di Perugia, quello a Parolisi «rimane un processo aperto con grandissimi dubbi». «Riteniamo – hanno detto – che tante ombre incertezze non siano state dissipate dalle sentenze. È quindi inevitabile un ricorso alla Corte di Strasburgo per verificare se Parolisi abbia subito un giusto processo».

MELANIA REA, UCCISA NEL BOSCO CON 35 COLTELLATE

Melania Rea venne trovata morta, nel 2001 aveva 28 anni, nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto (in provincia di Teramo). Era sparita due giorni prima. Era uscita di casa a Folignano (in provincia di Ascoli Piceno) con il marito e la figlia di 18 mesi, dirigendosi verso Colle San Marco. Il cadavere venne individuato dopo una telefonata anonima partita da una cabina nel centro di Teramo. Dalle indagini emerse che la giovane venne aggredita alle spalle e colpita con 35 coltellate. In primo grado Parolisi era stato condannato all’ergastolo. Pena poi ridotta perché l’ex militare ha scelto di essere processato con il rito abbreviato.

(Foto: ANSA / CIRO FUSCO)

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