Fondazioni politiche: quante ce ne sono e a cosa servono

29/10/2013 di Donato De Sena

Fondazioni. Associazioni. Siti d’informazione personali. I politici italiani non discutono solo nelle tradizionali sedi e manifestazioni dei partiti, ma elaborano idee e proposte anche al tavolo dei think tank. Dove spesso la tessera di Pd o Pd è solo un dettaglio, visto che esponenti di destra e sinistra siedono fianco a fianco nei consigli di amministrazione o compongono lo stesso comitato scientifico. Si tratta di attività legittime, che sollevano però qualche perplessità. Le riforme dell’istituto giuridico delle fondazioni non hanno infatti mai introdotto un rigido regime di controllo dei finanziamenti.

 

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DA TREMONTI A VIOLANTE – Rappresenta un illustre pensatoio innanzitutto Italiadecide, associazione per la qualità delle politiche pubbliche fondata, tra gli altri, da Eni, Enel e Ferrovie dello Stato e promossa dall’ex capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, dall’ex premier Giuliano Amato, e da Gianni Letta, Giulio Tremonti e Luciano Violante. L’obiettivo è ambizioso: «Promuovere una analisi condivisa e realistica dei problemi di fondo del nostro Paese». Esperimento bipartizan. Tra i soci ordinari insieme alle società Austostrade, Poste Italiane e Unicredit spuntano gli ex ministri Franco Bassanini, Altero Matteoli.

LETTA E I LEGHISTI INSIEME – E’ ricco anche l’elenco dei sostenitori della fondazione Vedrò, fondazione accusata di essere stata finanziata dalle lobby del gioco d’azzardo e prossima alla chiusura. L’ultimo evento organizzato, un convegno su strategie globali e problemi di maggiore impatto, risale allo scorso aprile. Ma è interessante scorrere il ricco elenco dei sostenitori. In prima linea nell’organigramma online spunta il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo. Insieme a lei mezzo governo. Anzi, mezza maggioranza di larghe intese: il premier Enrico Letta, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, gli ex ministri Anna Maria Bernini, Mara Carfagna, Paolo De Castro, Giovanna Melandri e Filippo Patroni Griffi. E ancora: Matteo Renzi, Paola De Micheli, Benedetto Della Vedova, Francesco Boccia, Giulia Bongiorno, Laura Ravetto, Renata Polverini, Ernesto Carbone, Michele Emiliano, Giancarlo Giorgetti. Non mancano i leghisti, comeil deputato Massimiliano Fedriga e il governatore del Veneto Flavio Tosi.

DA MONTI A PRODI – Ex premier, ex ministri e uomini d’affari di primo piano compongono anche il comitato esecutivo di Aspen Institute Italia, associazione che si definisce «provata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro caratterizzata dall’approfondimento la discussione, lo scambio di conoscenze, informazioni e valori». Nella lista compaiono gli inquilini di Palazzo Chigi Giuliano Amato, Mario Monti e Romano Prodi. Con loro Lucia Annunciata, Fedele Confalonieri, Gianni De Michelis, Franco Frattini, John Elkann, Gianni Letta, Emma Marcegaglia, Paolo Mieli, Casare Romiti, Lucio Stanca, Giulio Tremonti.

DALEMIANI – Amato e Annunziata spuntano anche nel comitato di indirizzo di Italianieuropei la fondazione presieduta da Massimo D’Alema e fondata nel 1998  «con l’obiettivo della promozione competitiva di nuove classi dirigenti nella politica e nell’economia». Insieme a loro c’è anche Anna Finocchiaro, Franco Marini, Ignazio Marino, il manager Francesco Profumo, il governatore toscano Enrico Rossi, Luciano Violante, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, e infine, Gianni Cuperlo, lo sfidante di Matteo Renzi al congresso Pd.

RENZIANI – Già, Renzi. Nemmeno il sindaco di Firenze si è fatto mancare la sua piattaforma. La fondazione Big Bang è stata messa in moto per la raccolta fondi nel corso della campagna elettorale delle primarie di coalizione 2012 e ha racimolato dalla sua nascita ad oggi circa 1 milione e 200mila euro. Non resta fuori dagli organi dei pensatoi della politica e della società memmeno l’outsider Gianni Pittella, che risulta presidente dell’assemblea dei soci della Fondazione Mezzogiorno (ultima rivista pubblicata ad inizio 2012) presieduta da Umberto Ranieri e nata sotto forma di associazione nel gennaio 2000 per volontà di Giorgio Napolitano.

LETTIANI – Nel capo dei riformisti di sinistra vive poi l’associazione Trecentossessanta, sorta nel 2007 da un’«intuizione» di Enrico Letta dopo le primarie per la segreteria del Pd, e che oggi ci tiene a ribadire che «non esistono mozioni lettiane» in vista del congresso di fine anno. Al fianco del premier nel consiglio direttivo spuntano stavolta i fedelissimi Marco Meloni, Alessia Mosca, Monica Nardi, Francesco Russo e Guglielmo Vaccaro. Non resta a guardare Pier Luigi Bersani, attivo attraverso l’associazione Nens, Nuova Economia Nuova Società, un centro di ricerca fondato con l’ex ministro Vincenzo Visco nell’estate del 2001 e che sfoggia dati relativi ad ogni singolo settore dell’economia, alle istituzioni, al fisco.

REALACCI CON DE BENEDETTI – Si occupa invece prettamente di soft economy Symbola, la Fondazione per le Qualità Italiane fondata nel 2005 e presieduta da Ermete Realacci. L’obiettivo in questo cas o è quello di «promuovere un nuovo modello di sviluppo orientato alla qualità in cui si fondono tradizione, territorio, ma anche innovazione tecnologica, ricerca design». Ovviamente non mancano le personalità. Nel comitato dei promotori spuntano gli imprenditori Carlo De Benedetti e Diego Della Valle e ancora Alessandro Profumo. Nel comitato scientifico, invece, Guido Bertolaso, Emma Marcegaglia e Nando Pagnoncelli.

DA SINISTRA A DESTRA – Ambito ampio anche per la Fondazione Instituto Gramsci, una onlus che promuove studi e ricerche relativi all’opera e al pensiero di Antonio Gramsci, come pure alla storia italiana e internazionale del ventesimo secolo. Nel consiglio di amministrazione siedono l’ex segretario dei Ds Piero Fassino e lo storico tesoriere della Quercia Ugo Sposetti. E’attiva anche Astrid, ovvero Fondazione per l’analisi, gli studi e le ricerche sulla riforma delle istituzioni democratiche e sull’innovazione delle pubbliche amministrazione. Un laboratorio per le riforme, insomma. A presiderla è l’ex ministro Franco Bassanini. Nel comitato di redazione l’onorevole Gianclaudio Bressa. Nell’ultima pubblicazione compare un intervento di Gaetano Quagliariello su modello gaullista e Seconda Repubblica.

CONSERVATORI – Non è certamente l’unico scritto del ministro per le Riforme. Quagliariello è il presidente della Fondazione Magna Carta, piattaforma conservatrice molto attenta ai temi etici e che chiede oggi una moratoria per individuare principi comuni con la sinistra democratica. Nel campo del centrodestra opera anche Liberamente, la fondazione dell’ex ministro Maria Stella Gelmini per «sostenere la politica del nuon governo». Giulio Tremonti risulta presidente il comitato scientifico di ResPublica, fondazione che intende difendere e promuovere quella visione dello Stato «coerente con la concezione politica del cattolicesimo, più in generale del cristianesimo, e poi tipica del liberalismo».

SOCIALISTI – Gli ex Psi Francesco Colucci e Margherita Bonvier, invece, spuntano rispettivamente tra i componenti di comitato promotore e consiglio di amministrazione di Riformismo e Libertà, fondazione di Fabrizio Cicchitto (un anno fa l’ultimo evento) che si fa promotrice dell’«alleanza fra cattolici e laici su posizioni liberaldemocratiche e riformiste». Tra i componenti del comitato scientifico compaiono anche Gianfranco Polillo e Fiamma Nirenstein. Si parla di socialismo anche agli incontri della Fondazione Craxi, presieduta da Stefania Craxi, costituita nel 2000 e che offre agli studenti «strumenti culturali e formativi» per incentivare la «conoscenza del lungo periodo storico di cui Bettino Craxi e il Psi furono protagonisti».

DESTRA Fondazione delle Libertà per il bene comune è invece il «luogo di incontro e di elaborazione di idee, di dialogo e di confronto» creato dall’ex ministro Altero Matteoli ed al quale sembra abbiano partecipato come componenti di consiglio di amministrazione o comitato scientifico anche ex deputati, come Marco Martinelli e Marcello De Angelis. Pure in questo caso si parla di futuro e di svolte politiche. Il titolo dell’ultimo evento, un convegno, in programma il 23 ottobre, parla chiaro: ‘Cambiare basta?’. Nel campo del centrodestra spunta poi Cristoforo Colombo per le libertà, fondazione di Claudio Scajola che lo scorso anno risultava guidata da un consiglio direttivo di 17 parlamentari Pdl. Insieme all’ex ministro dell’Interno Antonio Martino, Mario Baccini, Raffaele Lauro e Paolo Russo. Sono i protagonisti della fronda che nell’autunno 2010 minacciò la tenuta della maggioranza di Silvio Berlusconi. Renato Brunetta guida, infine, la Fondazione Ravello fondata da Regione Campania ai tempi della gesione Bassolino, provincia di Salerno e Comune di Ravello, per la valorizzazione dei beni culturali. Non si tratta di un think tank cucito su misura dell’ex ministro della Funzione Pubblica. Al quale però non mancano modi per farsi vivo ed esprimere al meglio le proprie idee. Il sito d’informazione Free News Online riporta una ad una tutte le dichiarazioni rilasciate (e le slide) di Brunetta.

CENTRO – Dulcis in fundo, il centro. I finiani di Futuro e Libertà, ai tempi dello strappo con il Pdl, nel 2010 hanno sferrato attacchi al Cavaliere dai pensatoi Farefuturo e Generazione Italia. Continuano a farlo ancora oggi. «La monarchia da anarchica è diventata ereditaria», scrivono ad esempio commentando il possibile passaggio di consegne tra Silvio e Marina Berlusconi alla guida del centrodestra. Mentre Luca Cordero di Montezemolo, tra i principali sostenitori di Mario Monti alle ultime Politiche, si va vivo di tanto in tanto promettendo la riscossa della sua Italia Futura, già partner di Scelta Civica. Ci sono poi gli amici di Roberto Formigoni. Vicini a Rete Italia risultavano un tempo (quando il cosiddetto «circuito di amici» sembrava attivo) gli attuali ministri Maurizio Lupi e Mario Mauro.

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