Olindo Romano: «La mia vita in carcere tra “Il segreto” e il calendario di Frate Indovino»

Olindo Romano,condannato all’ergastolo assieme a sua moglie per la strage di Erba, è stato intervistato da Libero dopo aver chiesto la revisione del processo. «Tra me e Rosa non è cambiato nulla – racconta a Matteo Pandini – ma vorrei passare più tempo insieme a lei. È la cosa che mi manca». Romano è ancora convinto di poter dimostrare la sua innocenza e tornare libero “Sono una vittima, un capro espiatorio”, ha detto al giornale di Maurizio Belpietro a cui ha descritto la sua giornata tipo.

«Mi sveglio verso le 8, faccio colazione e terapie per la pressione. Dalle 9 alle 11 lavoro. Tengo pulito fuori dal fabbricato dove mi trovo: strada parcheggio e giardino. Verso le 13 vado a pranzo, con un’ora per andare nel locale cucina se voglio prepararmi qualcosa. Poi a volte vado all’ora d’aria con gli altri, mi occupo del giardino, taglio l’erba, se mi avanza tempo mi occupo dell’orto. Dalle 16 alle 19 faccio doccia e bucato»

“Poi arriva l’ora di cena” suggerisce il giornalista

«Non mi perdo mai “Il Segreto”! Ma nei fine settimana non c’è, quindi vado in una saletta a giocare a carte, poi ceno. Mi piace preparare piatti veloci: spaghetti col sugo, carni, cibi surgelati. Alle 23 vado a dormire, magari sbrigo le faccende domestiche e rispondo alla corrispondenza».

“Com’è la sua cella?” chiede Pandini

«Entrando a destra c’è un mobiletto con le ruote dove tengo le scarpe e sul ripiano cose di cartoleria. Alle pareti ho tre calendari compreso quello di Frate Indovino»

Tre calendari?

«Sono indispensabili per non dimenticarmi cosa ho da fare!»

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