Nessuno tocchi Fabio Volo

Fabio Volo fa schifo. Fabio Volo è raccomandato. Fabio Volo scrive spazzatura. Fabio Volo è stupido. Fabio Volo è un troll. Fabio Volo non scrive i suoi libri. Fabio Volo è un miracolato. Fabio Volo scrive cose che potremmo scrivere tutti. E potremmo andare avanti. Il suo ‘È tutta vita’ edito da Mondadori è uscito a fine novembre ed è stabilmente in testa ai titoli più venduti in Italia, come consuetudine. E come consuetudine eccole lì che ricicciano puntali le stilettate, le dicerie, le malignità. A tal proposito agevoliamo un compendio di meme intramontabili, sport nazionale.

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Siamo un paese veramente strano. Nell’ordine: quasi il 60% degli italiani non legge neanche un libro all’anno – con gli uomini e al Sud siamo messi addirittura peggio, e il dato si aggrava a ogni nuova rilevazione Istat. Fabio Volo ha tirato e tira milioni di copie. Moltissimi italiani odiano e sfondano Fabio Volo. Capite bene quanto il sillogismo sia fallace, quanto i numeri non tornino. La verità è che Fabio Volo ce l’ha fatta.

Ha detto in un’intervista di Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano: «Non sono Gassmann che racconta ‘Io da ragazzino aprivo la porta e vedevo Pasolini’. Io aprivo la porta e vedevo mio zio». Ecco, è questo che non va giù a parecchi: faceva il panettiere e ora viene tradotto in 22 paesi, conduce un programma radiofonico tra i più ascoltati, fa cinema e tv. Mediamente piacente, ha fatto il vitellone finché ha potuto poi si è sistemato e ha figliato, ma non con una velina, bensì con Johanna istruttrice di pilates conosciuta a New York. È il sogno americano realizzatosi a Brescia. È uno di sinistra che fa roba pop e allora no, non si fa, perché va in crisi il paradigma. Ci dovremmo chiedere: in Italia possiamo permetterci il lusso di avere lettori di Serie A e lettori di Serie B? Chi legge Fabio Volo non può leggere anche Schopenhauer, Sartre, Marquez? Chi sfoglia Fabio Volo deve per forza ignorare l’esistenza di Calvino, Montale, Eco, Saramago?

Dovremmo svincolarci da una logica snob, visti soprattutto i numeri. Leggere va bene sempre, che c’è di male nella prosa mainstream, leggera, quotidiana – a volte sempliciotta, ve lo concediamo – di Fabio Volo? Tutto questo lui lo sa, ecco perché dice «il mio collega Dante» oppure «ho quella che Platone considerava la visione del mondo». Lo sa così bene che ci sguazza, si diverte, ne ride da brillante pirla in un paese di pirla.

Fabio Volo, È tutta invidia.

Photocredit copertina ANSA/CLAUDIO ONORATI

 

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