Napoli, così è stato ucciso il 17enne al Rione Sanità

Le testimonianze in Questura a Napoli degli amici di Gennaro Cesarano, il 17enne ammazzato domenica scorsa nel rione Sanità, stanno aiutando gli inquirenti a far luce sull’uccisione. A quanto pare il minorenne non sarebbe stato avvicinato da due pistoleri isolati, ma da una decina di ragazzi, in coppia su cinque motorini, tutti armati. Dunque, gli assassini del minorenne si sarebbero mossi in un gruppo compatto, assicurandosi anche una buona copertura dopo il delitto. Lo racconta oggi Il Mattino di Napoli.

 

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17ENNE UCCISO ALLA SANITÀ, SPARI NEL MUCCHIO –

Gli assassini avrebbero sparato nel mucchio, senza curarsi delle persone presenti in strada, ferme o in fuga durante e dopo l’omicidio, compiuto nel cuore del quartiere, nella piazzetta antistante  alla chiesa di San Vincenzo. Scrive Leandro Del Gaudio:

In questi due giorni, sono stati sentiti in Questura amici e conoscenti di Genny, selezionati sulla scorta di informazioni raccolte sul territorio. In sintesi, in questura sfilano almeno quattro potenziali testi dell’agguato di domenica mattina, quelli che sono riusciti a schivare proiettili esplosi da almeno due pistole (refertati due calibri differenti dalla scientifica del primo dirigente Fabiola Mancone). Diciotto colpi, un morto e tante persone in fuga. Ci sono delle testimonianze, qualcosa sta venendo fuori. Inchiesta condotta dal pool anticamorra guidato dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, al lavoro i pm Enry John Woodcock e Enrica Parascandolo, l’agguato di domenica mattina fa i conti con la mancanza di telecamere utili e con la mancanza di testimonianze decisive. Franano le certezze della prima ora. Cominciano a vacillare alcune convinzioni iniziali. L’ipotesi secondo la quale Gennaro Cesarano fosse l’obiettivo iniziale dei killer – vittima designata secondo un mandato e un movente predefiniti – sta via via perdendo quota.

In attesa di autopsia, perizie balistiche ed esame stub per accertare se Gennaro avesse utilizzato armi, si cerca ovviamente anche di far luce sulla provenienza dei killer. Possibile è il coinvolgimento dei clan di camorra. Scrive ancora Del Gaudio sul Mattino:

Ma da dove provenivano i killer? Chi ha interesse a scalzare i Sequino nella loro roccaforte storica? Due le piste battute in queste ore: quella dei Sibillo del rione Sanità, che fanno capo al latitante Pasquale Sibillo; quello dei Lo Russo di Miano, ringalluzziti da una recente scarcerazione eccellente.

17ENNE UCCISO ALLA SANITÀ, POLEMICA SAVIANO-DE MAGISTRIS –

Intanto il sindaco Luigi de Magistris ha risposto alle sue affermazioni su clan e baby boss di Roberto Saviano. Napoli. «Parlare di paranza di bambini in una città così straordinariamente ricca di umanità – ha dichiarato ieri il primo cittadino – è un termine che non mi appartiene, lo trovo ingeneroso e anche un po’ offensivo per la straordinaria
ricchezza dei bambini della nostra città».

 

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Posted by Roberto Saviano on Martedì 8 settembre 2015

 

«Dobbiamo stare per strada, lavorare e, come istituzioni, dare il massimo, anche come cittadini – ha detto ancora de Magistris – affinché non ci siano giovani che scelgono il crimine e che quindi finiscono in galera o ammazzati».

(Foto di copertina: Ansa / Ciro Fusco)

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