La proposta di legge del Movimento 5 stelle per abolire il titolo «onorevole»

Onorevole addio. Il Movimento 5 stelle richiede, con una proposta di legge depositata a Montecitorio, l’abolizione del titolo “onorevole” tanto criticato dai grillini. Il documento, che porta la firma dei deputati Ciprini, Cominardi, Tripiedi, Lombardi, Dall’Osso e Chimenti chiede la cancellazione dell’appellativo per parlamentari, consiglieri regionali e provinciali anche in caso di cessata carica. Non solo.  “Onorevole” – recita il comma seguente – sarà sostituito dal migliore «cittadino portavoce». E se si continua imperterriti a usare quella parola da casta ci si becca una bella multa: da 600 a 6 mila euro. «Le entrate derivanti dai proventi delle ammende – recita il punto 4 – saranno versate nel Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese in favore di operazioni del microcredito».

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MOVIMENTO 5 STELLE E QUELL’ONOREVOLE DA MERITARE –

Come spiegano i parlamentari coinvolti nel progetto, l’odiosa parolina crea distanza e regala un’immagine da «casta politica distaccata dal paese reale». «L’attributo “onorevole” – recita la relazione introduttiva – significa “degno di stima e di rispetto” e sarebbe opportuno acquisirlo a consuntivo e non a preventivo, se e solo se il deputato o l’eletto sia stato all’altezza». Non è la prima volta che si discute dell’argomento. In passato c’è chi ha lottato per conservare il termine, chi per abolirlo. Alleanza nazionale, nel lontano 2002, proponeva una multa più bassa di quella lanciata dai grillini oggi. L’allora onorevole Antonio Serena, che nel 2000 chiese la grazia per Priebke per “ragioni umanitarie”, proponeva una ammenda dai 500 ai 5 mila euro.

MOVIMENTO 5 STELLE E L’ONOREVOLE DA ABOLIRE: LA DIRETTIVA DEL 1939 –

In realtà il termine “onorevole” non è mai stato istituito. Si tratta di una prassi, iniziata nel 1848 alla Camera subalpina. E ci sono stati  anni in cui “l’onorevole” non passava bei momenti. Come ricorda il libro “Cerimoniale“, di Marco Consentino e Stefano Filippone, nel marzo del 1939 fu emesso un foglio d’ordine a firma del segretario del Partito nazionale Fascista. Recitava così: «onorevole, insieme con il corrispettivo titolo di deputato, deve essere sostituito con la qualifica di consigliere nazionale, gerarchicamente superiore a quello di consigliere provinciale e di consigliere comunale». Poi arrivò la guerra, la Liberazione, e gli onorevoli, forse anche in segno di disprezzo per il linguaggio del ventennio, rientrarono nei palazzi. Chissà se la proposta di legge degli onorevoli, pardon,  «cittadini portavoce» farà strada.

(Copertina foto deputati M5S leggono articoli della Costituzione alla Camera durante voto finale sul DL “Riforma della scuola”, Roma 9 Luglio 2015, ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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