La moschea fantasma di Bergamo e il mistero dei 5 milioni di euro arrivati dal Qatar

Che fine hanno fatto i soldi versati dalla Qatar Charity Foundation per la costruzione di una moschea a Bergamo? Parliamo di cinque milioni di euro in parte spariti nel nulla destinati inizialmente alla realizzazione del luogo di culto il cui cantiere è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza e dalla Digos che vogliono far chiarezza su questa storia.

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ANSA

MOSCHEA DI BERGAMO, 5 MILIONI DI EURO E DENUNCE

Il Giorno riferisce che nella vicenda sono coinvolti un medico di Amman, Imad El Joulani, residente a Ponte san Pietro, già presidente fino alla scorsa estate del centro culturale islamico bergamasco di via Cenisio, l’egiziano Mohamed Saleh, residente a Torre de’ Roveri e vice di El Joulani, attuale numero uno del centro e i rappresentanti dell’Ucoii, Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. Saleh e l’Ucoii hanno fatto scattare la denuncia nei confronti di El Joulani, denuncia presentata dall’avvocato Michele Olivati, rappresentante dell’egiziano. Avviata anche un’inchiesta per appropriazione indebita.

 

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MOSCHEA, I FATTI E LE TEORIE DELL’ACCUSA

Tutto è nato due anni fa. El Joulani, presidente del Centro Islamico, ha chiesto e ottenuto dal Qatar il finanziamento per una moschea. Il progetto secondo le intenzioni del medico di Amman e dei suoi interlocutori doveva realizzarsi in via Baioni. Arrivati in Italia, gli emissari qatarioti hanno visto che non c’era nulla. Risultava invece acquistata a 2,5 milioni di euro un’area in via San Fermo a ridosso del cimitero, area inidonea per qualsiasi destinazione, ha fatto sapere il Comune di Bergamo. Per l’accusa El Joulani non ha mai comunicato il cambio e dalle indagini si è scoperto che i soldi della Qatar Charity Foundation vennero destinati a un centro cultutrale fondato da El Joulani di cui fanno parte la moglie, i figli e le nuore. Mancherebbero all’appello 2,5 milioni di euro, soldi che sarebbero sul conto di El Joulani, secondo l’accusa.

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