Monza, quando sono i tifosi a pagare la trasferta della squadra

09/12/2014 di Maghdi Abo Abia

Potersi permettere la trasferta grazie ad una colletta dei propri tifosi che hanno coperto le spese. 3000 euro per una partita. E ripagarli con una vittoria. È quanto accaduto lo scorso week-end al Monza, formazione di Lega Pro girone A vittoriosa a Pordenone per 0-1. Un sorriso in un mare di dubbi, di perplessità, di timori per il futuro, nonostante il settimo posto in classifica. Un futuro a tinte fosche, con l’ombra del fallimento. Ultimo epilogo di una storia che sembrava a lieto fine, l’arrivo di un imprenditore straniero pronto a promettere stadio di proprietà e Serie A ma che negli ultimi mesi ha assunto i contorni di una tragedia sportiva.

Monza, quando sono i tifosi a pagare la trasferta della squadra
Anthony Armstrong Emery (Youtube)

UNA STORIA GLORIOSA – Il Monza, o meglio, l’Associazione Calcio Monza Brianza 1912, è una delle squadre più importanti d’Italia. Nonostante non abbia mai giocato in Serie A, vanta 38 partecipazioni alla Serie B, quattro trionfi nella Coppa Italia di serie C ed un successo nella coppa Anglo Italiana. Una società dalla storia forte ma costretta a passare dalle forche caudine di un fallimento, certificato il 18 marzo 2004, a cui ha fatto seguito una rinascita grazie all’impegno della famiglia Begnini. Nel 2009 arrivò alla guida della società Clarence Seedorf che quattro anni dopo, il 17 maggio 2013, cedette le proprie quote all’imprenditore inglese Anthony Armstrong Emery.

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L’ARRIVO DI ANTHONY ARMSTRONG EMERY – Emery, patron della Ecogroup House, finanziaria incentrata prevalentemente sulla compravendita di immobili dal fatturato di 1,4 miliardi di dollari, venne presentato dal Giorno come «imprenditore in ascesa con la più grande azienda di ingegneria civile con fatturati a tanti zeri, 1.500 dipendenti in tutto il mondo e relazioni strettissime col Governo per un progetto di social-housing». Emery spiegò in conferenza stampa che il suo primo obiettivo doveva essere quello di riportare la società «in uno stato di buona salute finanziaria». In secondo luogo si sarebbe lavorato «alla valorizzazione del settore giovanile» anche attraverso una squadra brasiliana di sua proprietà, l’Alecrim FC. Alla domanda sul perché dell’acquisto del Monza, Emery rispose:

«Monza è un marchio conosciuto in tutto il mondo, strategicamente è in una posizione importante ed è vicinissima a Milano»

«FARÒ CRESCERE GIOCATORI CHE RIVENDERÒ» – A La Gazzetta dello Sport rilasciò dichiarazioni anche più forti, che dimostrarono quella che voleva essere la sua volontà: «L’Italia è la patria del calcio in Europa. Il Brasile lo è in Sudamerica. Monza farà da ponte tra questi due universi. Qui farò crescere giocatori che rivenderò. Ho già uno sponsor italo/svizzero disposto a coprire interamente i costi del settore giovanile. Non sono ricco come Abramovich, ma farò del Monza un piccolo grande Chelsea». I toni si fecero più roboanti, come riporta il Giorno, quest’estate quando Emery disse che l’obiettivo era quello di vincere il girone di Lega Pro per approdare in Serie B

«con almeno dieci punti di vantaggio su tutti»

MANCANO I SOLDI PER GLI AFFITTI – E dopo? Succede che il Monza non ha i soldi per pagare gli affitti degli appartamenti dei giocatori. Al 30 novembre 2014, continua MbNews, nove giocatori del Monza hanno avuto una proroga a rimanere nell’hotel che li ospita dai titolari nonostante la proprietà del Monza, cioè la società LuckySeven di Armstrong-Emery, non stia rispettando i pagamenti concordati. Il Presidente, da Dubai, garantisce che risolverà tutto anche se bisogna ripianare un rosso di 1.158.270 euro. Un mese prima, il 30 ottobre 2014, aggiunge Il Cittadino, la polizia brasiliana ha fatto irruzione negli uffici della Eco House di Emery. Secondo quanto riportato si tratterebbe di un’operazione che indaga su riciclaggio di denaro, evasione fiscale e associazione a delinquere.

I PROBLEMI PER EMERY – Secondo l’accusa, l’indagine è iniziata in agosto dopo le «le relazioni del Consiglio di attività di controllo sulla finanza» e sono relative a un giro di denaro su un gruppo con sede a Natal che aveva raccolto risorse all’estero promettendo ampi guadagni nell’arco di un anno, guadagni mai realizzati. Una situazione simile a quanto accaduto a Singapore dove la Eco House, continua Il Cittadino, ha raccolto 70 milioni di dollari per un progetto di costruzione in Brasile, garantendo alle centinaia di investitori interessi del 20 per cento annui. Solo che questi soldi non sarebbero mai arrivati. E poi c’è la questione Alecrim. A inizio settembre Emery ha lasciato la presidenza, come rivela Tribuna do Norte, il consiglio deliberativo della squadra all’epoca si preparava a destituire d’ufficio il presidente per un debito di 100.000 euro definito «gestibile» dal nuovo presidente del club, Washington Fernandes.

IL PIANO DI RIENTRO DEI DEBITI – E poi c’è il Monza. Il 24 novembre è arrivata dal Cittadino la notizia della messa in mora della società da parte dei giocatori. Mancano due stipendi, settembre e ottobre, con lo staff che ha ricordato di aver rinunciato allo stipendio di agosto per «l’attaccamento ed il senso di responsabilità» nei confronti della società. Un gesto che ha evitato penalizzazioni. La mossa è probabilmente propedeutica al fallimento del Monza. La salvezza sembra sia rappresentata dall’inglese Dennis Bingham pronto a rilevare la società a un euro coprendo i debiti pregressi. Solo che il piano di rientro, continua Il Cittadino, prevede il prosciugamento degli asset del Monza, dal valore di 7.163.119, così da colmare le perdite pari a 8.321.389 euro. La differenza, di 1.158.270 euro, va ridotta di 120.000 euro. E si arriva a 1.038.270. Che sono i soldi che dovrebbe tirare fuori Dennis Bingham.

LO SCONCERTO DELL’ALLENATORE E L’AFFETTO DEI TIFOSI – E la squadra? Fulvio Pea, allenatore del Monza, in un’intervista rilasciata a Tiscali si è definito «sconcertato» da quello che viene ritenuto come un «inganno continuo. A inizio anno ci avevano prospettato tutto un altro mondo, con stipendi puntuali che lo scorso anno arrivavano e basi solide per il futuro. Un inganno continuo. L’obiettivo? Vivere alla giornata e sperando che qualcuno si ricordi di noi». E fortunatamente per il Monza ci sono i tifosi, coloro che sono disposti a tutto pur di far vivere la società, staccando alla squadra un assegno da 3.000 euro. Pea, come riporta Datasport, li ha ringraziati dopo la vittoria di Pordenone: «grazie ai tifosi del Monza Club che ci hanno permesso di venire in trasferta contribuendo con la loro cassa». E sembra che l’iniziativa verrà ripetuta anche per la prossima trasferta in casa del Bassano Virtus. Segno che a qualcuno le sorti del Monza stanno a cuore. E questi sono i tifosi, coloro che continueranno a sostenere i loro colori qualunque cosa accada.

 

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